Ciao Ragazzi!
as many of you asked me, today we speak about Italian politics and instability.
Why is instability so familiar in the Italian system?
Where does it stem from?
Who is running the country for real?
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Ciao ragazzi
E bentornati su Italian stories with Davide
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Oggi abbiamo una bella novità: finalmente il sito web è finito e potete scaricare la trascrizione gratuita dell’episodio dal mio sito (italianstorieswithdavide.com). Sul sito trovate tutte le risorse dei podcast.
In questo episodio parliamo un po’ di politica. Quando all’estero si parla di politica italiana, le prime due cose negative che vengono in mente sono la corruzione e l’instabilità dei governi italiani. Oggi parliamo dell’instabilità e vediamo se è proprio così Sigla e diamoci da fare
Il Presidente della Repubblica […] ha ricevuto il Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto
Interessante
Il Presidente della Repubblica […] ha ricevuto il Presidente del Consiglio dei ministri, senatore Mario Monti, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto
No ma…
Il Presidente della Repubblica […] ha ricevuto oggi al Quirinale il Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Enrico Letta, che gli ha rassegnato le dimissioni irrevocabili dell’Esecutivo da lui presieduto
Ancora uno?
Il Presidente della Repubblica […] ha ricevuto il Presidente del Consiglio dei ministri, dottor Matteo Renzi, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto
Ma basta
Il Presidente della Repubblica […] ha ricevuto il Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Paolo Gentiloni, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto
Dai, questo è l’ultimo
Il Presidente della Repubblica […] ha ricevuto il Presidente del Consiglio dei ministri, professor avvocato Giuseppe Conte, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto
Ho detto basta…
Il Presidente della Repubblica […] ha ricevuto il Presidente del Consiglio dei ministri, professor avvocato Giuseppe Conte, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto
Oh, finalmente hanno finito. Avete ascoltato le dimissioni di ben 7 primi ministri. In italiano il titolo ufficiale è Presidente del consiglio dei ministri, o più semplicemente Presidente del consiglio o premier. Dicevamo, 7 presidenti, dal 2011. Sembrano un po’ tanti, vero?
Pensate che dal 1945, da quando è nata la Repubblica in Italia, ci sono stati 67 governi in 76 anni. Ogni Governo, in teoria, dovrebbe rimanere in carica, remain in office, 5 anni. Dal ’45 solo due presidenti, De Gasperi e Berlusconi, sono riusciti a fare 5 anni consecutivi di governo, five in a row; ma hanno dovuto formare un nuovo governo durante il processo: un solo presidente, ma due o tre o quattro governi nel mezzo. Dal ’94 abbiamo cambiato 11 premier e 17 governi. In media abbiamo un governo ogni 617 giorni. Non male…
Quando ho iniziato ad ascoltare qualcosa di politica era l’inizio degli anni 2000. Ero un ragazzino e non avevo idea di che cosa fosse la politica. Non avevo visto niente prima e non avevo metri di paragone, a benchmark, non potevo paragonare quella situazione con quelle precedenti. Per cinque anni, ma con un cambio di governo, il primo ministro è stato Silvio Berlusconi. Non condividevo, non mi interessavano, le sue idee, ma pensavo che questa fosse la politica: un governo stabile per anni, anche se non il migliore di tutti. Infatti, speravo che ci fosse un nuovo governo più liberal ed innovativo. Finalmente nel 2006 c’era un nuovo governo, ma fatto di moltissimi partiti piccoli. E non durò molto: dopo meno di due anni un piccolo partito con l’1,39% di voti fece cadere il governo, it brought down the government. Non mi sembrava possibile, ma fu una presa di coscienza per me, it raised my awareness of Italian politics. Quella era la regola, l’abitudine. Il governo lungo di 5 anni era l’eccezione.
Ma per capire tutto questo, dobbiamo fare un passo indietro al Fascismo, prima della Repubblica. Mussolini ed i Fascisti presero il potere nel 1922, iniziarono una dittatura che durò vent’anni e finì solo nel 1943, durante la seconda guerra mondiale. Secondo gli antifascisti, Mussolini era riuscito a fare tutto questo a causa del sistema politico italiano, che aveva permesso ad un partito di avere tutto il potere a disposizione, senza discutere con gli altri partiti, fino ad eliminarli definitivamente e creare una dittatura con un solo partito.
Allora, dopo la sconfitta del Fascismo, quando gli italiani decisero di eliminare la monarchia e diventare repubblica, bisognava scrivere una nuova costituzione. La dovevano scrivere tutte le forze antifasciste, democristiani conservatori, liberali e repubblicani, comunisti e socialisti. Divenne un grande compromesso. Ogni forza politica aveva la sua agenda, i suoi obiettivi, ma la cosa più importante era rendere impossibile una nuova dittatura. Gli scrittori della Costituzione decisero di creare un sistema complesso di compromessi, in cui nessuno aveva troppo potere. Per avere il controllo politico era indispensabile, essential, fare alleanze con altri partiti. Per fare delle leggi la stessa cosa. Compromesso era la parola chiave.
Il sistema elettorale, di elezione, era proporzionale. Significa che ogni partito che alle elezioni avesse almeno il 5% poteva entrare in Parlamento. Questo per dare più rappresentanza al popolo italiano. In altre parole, anche una minoranza di cittadini potevano essere rappresentati in Parlamento con il loro partitino, piccolo partito. Questo sistema era diametralmente opposto al sistema americano o inglese, in cui la tendenza, the trend, era di avere due o tre partiti grandi ed eliminare tutti quelli piccoli. In questo modo era più facile garantire la stabilità dei governi. Vi do solo due dati. In Regno Unito ci sono stati 29 governi dal ’45, in America solo 14. In Italia, come detto prima, 67. Molto bene.
Nel corso degli anni il sistema elettorale italiano è cambiato molte volte. Abbiamo creato sistemi più maggioritari, più ibridi a volte, altre solo dei gran casini, chaos. Eppure il sistema di gestione del potere in Parlamento e nel Governo è rimasto praticamente uguale. Questo ha significato continui compromessi anche con i nuovi sistemi elettorali. Il potere a tutti e a nessuno.
Eppure la situazione è apparentemente risolta. Dobbiamo dividere la nostra storia politica in due grandi momenti per capire meglio. Il periodo della Democrazia cristiana, chiamata anche DC, il partito conservatore, ed il periodo più recente, dal 1992 ad oggi.
Dal 1946 fino a metà anni ottanta, la Democrazia Cristiana ha avuto il potere, è stata al governo. Eppure circa ogni anno e mezzo c’era un nuovo governo. Spesso i primi ministri ed i ministri erano gli stessi, come i più famosi Aldo Moro, Giulio Andreotti, Fanfani. Il sistema del compromesso non permetteva loro, non li lasciava governare da soli. Erano costretti, forced, a fare delle alleanze, delle coalizioni con altri partiti politici. Questa instabilità ha prodotto molte delle misure di welfare state che abbiamo ancora oggi, grazie alle alleanze con partiti più di sinistra, ma non estremi. I governi cambiavano, è vero, ma l’instabilità era normale, come in altri Paesi. Avere un partito sempre al Governo assicurava stabilità.
Ovviamente non tutto era positivo. Per esempio, dover fare compromessi per governare, sempre avendo la maggioranza di governo, portava anche a zone grigie. Molte volte il governo cambiava solo la facciata, in superficie. Cambiavano le persone, ma le idee politiche ed i progetti rimanevano uguali, in positivo ed in negativo. Un grande esempio di questo è un film classico italiano del regista Francesco Rosi, del 1963, Le mani sulla città (Hands over the City). Il film parla di uno scandalo edilizio. A Napoli, un palazzo in un quartiere popolare, working-class, cade e muoiono alcune persone. L’imprenditore responsabile del progetto voleva entrare in politica, nel governo della città, ma l’opinione pubblica è contraria, è contro; non vuole che l’imprenditore entri in politica. Eppure alla fine con un cambio di governo riesce ad entrare. L’opinione pubblica è contenta perché c’è un nuovo governo, la tragedia è dimenticata, forgotten, e l’imprenditore può entrare in politica. Lo scrittore Tomasi di Lampedusa, nel suo libro più famoso, Il Gattopardo, diceva che In Italia tutto deve cambiare, per non cambiare, perché resti uguale.
Ma facciamo un salto al 1992. È l’anno di Manipulite (Clean hands), la maxi inchiesta, investigation, con cui gli italiani scoprono la corruzione totale nella politica italiana. L’anno prima era finita l’Unione Sovietica e così anche il partito comunista italiano. Così anche la Democrazia Cristiana iniziava a perdere elettori. Era l’inizio dell’instabilità vera e propria. Non c’era più un partito che vinceva sempre le elezioni, ma partiti di destra, sinistra, centro diversi tra loro, con grandi coalizioni, che cambiavano di anno in anno. Prima c’erano diversi governi, ma con la continuità del partito. Dal ’92 no.
E così arriviamo rapidamente agli ultimi governi e ad una bizzarra situazione, grottesca potremmo dire. Nel 2018 due partiti politici populisti di destra e di boh?… La Lega ed il Movimento cinque stelle hanno creato un governo. Eppure circa un anno dopo, uno dei due partiti, la Lega, ha fatto cadere il governo, ha tolto la sua fiducia, its vote of confidence. A quel punto, l’altro partito, il Movimento, si è alleato con il partito Democratico, di centro-sinistra, ma con lo stesso primo ministro di prima, Giuseppe Conte. Si è così creata una situazione assurda, in cui un presidente del Consiglio doveva modificare leggi ed idee del governo precedente, in cui era lui stesso il presidente. Prima di destra e poi un po’ di sinistra. Che cos’è più schizofrenico di questo? Ovviamente, questo governo è finito a Gennaio 2021, quando un piccolissimo partito, ha tolto la sua fiducia ed ha fatto cadere il governo, di nuovo.
Come avete capito, la coerenza non è un’abitudine nella politica italiana. Ma non solo per colpa delle persone, dei politici, come spesso si pensa. È il sistema di procedure burocratiche e di governo che crea questa instabilità, non solo le persone.
Chi certifica la continuità in un sistema di questo tipo sono gli uomini nell’ombra, tutti quei funzionari, segretari che non si vedono in televisione, che non parlano sui social network, ma che vedono diversi governi ed influenzano la politica. Vi ricordate gli audio di inizio puntata? Chi parla è Ugo Zampetti, segretario generale del Presidente della Repubblica. Non parla mai, ma è uno degli uomini più influenti della politica. Così ce ne sono altri, che cercano di garantire la stabilità. Vi lascio in descrizione un libro recente che parla di questi personaggi influenti. Ma non lasciatevi ingannare da teorie di cospirazioni. In questo caso non esistono. C’è solo un sistema politico instabile che cerca stabilità.
Voglio finire con una possibile soluzione. So che non succederà mai, ma sarebbe bello che ci fosse. La soluzione è la sfiducia costruttiva, a constructive vote of no confidence, una pratica politica usata in altri Paesi, per esempio in Germania ed in Spagna. In poche parole, quando un governo non ha la fiducia del Parlamento, la maggioranza, bisogna dare la fiducia ad un altro governo subito, senza elezioni, senza fasi di transizione. In questo modo non ci sono momenti inutili di passaggio da un governo all’altro, il vero male di questo sistema.
Ovviamente, penso che sia un’utopia. L’Italia è un Paese che non ama i cambiamenti, soprattutto nella politica. Siamo bravi a criticare i singoli politici o tutta la politica, ma non cerchiamo mai le soluzioni, i miglioramenti di un sistema complesso e difficile da modificare.
Ci fermiamo qui ed ora ve lo posso chiedere… Quanto sono stato noioso oggi?
Ho provato a spiegare in breve il problema dell’instabilità in Italia, come molti di voi mi hanno chiesto, ma è un argomento molto complesso e difficile.
Vorrei però sapere la vostra opinione sull’instabilità italiana e se nel vostro Paese la situazione è simile o diversa.
Vi ricordo che trovate la trascrizione sul mio sito, dove potete lasciare un commento.
Vi ricordo anche di seguire le mie pagine Facebook e Instagram per non perdervi gli aggiornamenti. Per esempio, la prossima settimana parliamo di letteratura, di una grande poetessa italiana.
Oggi è tutto, ricordate che
Non è la cultura che fa le persone
Ma le persone che fanno la cultura
Quindi, facciamo cultura insieme
Alla prossima settimana, ragazzi
Ciao!
Rimanere in carica: remain in office Consecutivo: in a row Metro di paragone: a benchmark Caduta di Governo: government collapse Far cadere il governo: to bring down a government Presa di coscienza: awareness Indispensabile: essential Tendenza: trend | Costretto: forced Popolare: working-class Dimenticato: forgotten Inchiesta: investigation Fiducia: its vote of confidence Sfiducia costruttiva: a constructive vote of no confidence |
Sources
Dataroom – Crisi di governo: 66 esecutivi in 75 anni. Quanto ci costa l’instabilità politica?
Marco Improta (LUISS School of Government) – Come curare l’instabilità dei Governi italiani?
https://sog.luiss.it/sites/sog.luiss.it/files/LUISS_SOG_policybrief%2009_21.pdf
Internazionale – La paralisi politica italiana vista dai giornali stranieri
https://www.internazionale.it/notizie/2021/01/29/consultazioni-crisi-governo
Le mani sulla città (film)
https://www.imdb.com/title/tt0057286/
Anonimo – Io sono il potere
Mi place molto e vigilo continuaré a recíbete queste article.
Ciao Lina. Grazie per il tuo feedback