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this episode is dedicated to Franco Battiato, a musician, a pop star, a mystic, a philosopher, nothing and everything, who I was lucky to meet on my path…



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Ciao ragazzi

E bentornati su Italian stories with Davide

Il podcast che vi parla in italiano di storie, lingua e cultura

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Ma ora, eccoci. Ho preso un po’ di tempo per fare questa puntata. Non è facile, perchè questo cantante mi ha formato ed è difficile parlare in poco tempo di questo artista. Parlerei di lui per ore, ma ho provato a mettere tutto in poco tempo e spero di aver fatto un buon lavoro.

Basta parlare però! Franco Battiato, allora…

Sigla e iniziamo!


18 maggio 2021. Stavo finendo di pubblicare uno dei primi episodi di questo improbabile progetto, il numero quattro sul museo. Guardo le notizie su Internet, è leggo che Franco Battiato è appena morto. Come morto? Può morire Battiato con quella voce così affina, acuta e giovane? Ma forse lo sapevamo già da anni.

Circa venti anni prima – era il 2001 o forse 2002 o 2000, boh non ricordo – avevo 11 o 12 anni e con mia madre ero in edicola, at the newsstand. Probabilmente volevo comprare un fumetto, a comic strip, di Paperino. Mia madre ha visto un CD dalla cover bianca e blu con un uomo seduto in mezzo. Battiato. “Perchè no? Mi ricordo di questo CD. Compriamolo” disse mia madre. Avevamo da poco un nuovo lettore CD ed era una buona idea per provarlo. Appunto, perchè no?

[Summer on a solitary beach]

Quando il disco è iniziato era incredibile. Sembrava così fresco, giovane, con ritmo. Parlava di mondi diversi, esotici, di Oriente. Non capivo molti dei riferimenti, ma non era importante. Ero rapito, in ecstasy, dalla melodia, dalla voce, da questi mondi che avevo solo letto in Sandokan di Emilio Salgari o Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne. Ho consumato quel CD. Durava poco, 30 minuti circa, e potevo ascoltarlo anche due volte di fila, in a row.

Passano un po’ di anni, forse il 2004, e lo vedo, vedo Battiato in televisione. Ma è un vecchio, sembra anche fragile.    Ma come? Lui è Battiato? Non avevo immaginato che fosse un vecchio? Ma come è possibile? Era così originale, fresco nel CD?

Ma quel CD era La voce del padrone, il disco italiano più importante di sempre, con più di un milione di copie vendute. Ma non era nuovo… era del 1981 ed io ero in ritardo di almeno 20 o 30 anni.

[Venezia-Istanbul]

Francesco Battiato nasce nel 1945 a Ionia, vicino a Catania, in Sicilia, un paesino famoso per il commercio del vino. La madre è casalinga; il padre trasporta vino ed è spesso assente. Il padre è di segno zodiacale Acquario, e secondo Battiato, era difficile per lui fermarsi, stare troppo a casa. Il piccolo Francesco inizia presto a suonare la chitarra. La suonavano suo nonno, suo padre e aveva visto Elvis in tivù. Ma non solo. Un giorno era rimasto stupefatto, ipnotizzato dall’organo della chiesa. Aveva chiesto al prete che cos’era. Era Bach.

Un giorno giocando a calcio si rompe male il naso e rimane per tutta la vita con quel naso adunco, hooked, che rimarrà sempre il suo.

Il padre di Francesco vuole che studi. Lui fa il liceo scientifico e inizia l’università, ma il padre muore improvvisamente, e Francesco lascia l’università. Deve andare via. Nel mondo. Non può restare in Sicilia…

[Summer on a solitary beach]

Mare, mare, mare, voglio annegare. Portami lontano a naufragare. Via, via, via da queste sponde. Portami lontano sulle onde…

A solo 18 o 19 anni va a Milano. Non ha un soldo e deve lavorare come magazziniere, warehouse worker. Soffre la fame e spesso mangia solo un frutto e pane in una giornata, o un sacco di patate per una settimana. Per fortuna, inizia a lavorare con la musica. Fa cover economiche di canzoni famose, canta alle feste e in alcuni anni inizia a fare piccoli concerti al Cab64, un locale di cabaret e musica. È lì che incontra Giorgio Gaber, che lo porta per la prima volta in televisione.

Non ho bisogno di gente che come voi, che tutto quello che pensa non dice mai. Guardo intorno a me, ho scoperto che… oggi è sbagliato tutto intorno a noi…

Francesco porta una canzone non originale, molto di moda. Ah già, la cosa più importante è che c’è un altro Francesco, Guccini, nel programma e Giorgio Gaber chiede a Battiato se può usare un diminutivo, un nickname. Diventa Franco. Franco Battiato. Per sempre.

È il 1971 e Franco non ha raggiunto il successo con le sue canzoni così poco originali, come le altre. È alla ricerca di altro, e durante una crisi, inizia a leggere i mistici indiani e fare meditazione. Legge la Bibbia ed il Corano e inizia la sua spiritualità.

È l’inizio anche del suo periodo alternativo. Incontra il produttore Pino Massara ed il grafico Gianni Sassi. Loro capiscono il talento di Franco e modificano la sua immagine ed i suoi suoni. Una mattina tutta Milano è piena di manifesti, posters, di Battiato su un divano che sembra un alieno. È la stessa immagine usata per Fetus e Pollution, i suoi primi due album. E cambia anche il suono. Va in Inghilterra con Pino Massara e compra il sintentizzatore VCS3, una navicella spaziale per produrre suoni spaziali. Secondo la leggenda, esistevano solo tre modelli del sintetizzatore VCS3. Uno l’ha tenuto il creatore, uno l’ha comprato Battiato, uno l’hanno comprato i Pink Floyd.

Si veste con abiti luccicanti e capelli lunghi e strani. Provoca per avere successo, ma ha una crisi e capisce che non è la sua immagine. Non è lui. Deve cambiare tutto. Inizia a viaggiare molto, conoscendo luoghi lontani, a sperimentare solo suoni, senza voce, inizia a studiare l’arabo. Crea solo suite di musica elettronica sperimentale. E studia altri strumenti.

Uno di questi strumenti è il violino, che però non suona bene. Ha bisogno di un maestro di violino. Il migliore è Giusto Pio, ma dice di non avere tempo per altri studenti. Ma alla fine il figlio di Pio lo prega: “Non rifiutarlo! Lui è Battiato!”. Inizia una incredibile collaborazione ed un ritorno alla canzone, voce e musica.

[L’era del cinghiale bianco]

Pieni gli alberghi a Tunisi
Per le vacanze estive
A volte un temporale
Non ci faceva uscire
Un uomo di una certa età
Mi offriva spesso sigarette turche, ma
Spero che ritorni presto l’era del cinghiale bianco
Spero che ritorni presto l’era del cinghiale bianco

Inizia con il violino di Giusto Pio il primo album del ritorno, il primo della trilogia del successo. Si chiama L’era del cinghiale bianco. Nella cultura celtica, il cinghiale bianco, the white boar, rappresenta un’era, un’epoca, di splendore del passato, che non c’è più.

Battiato torna alla voce, ai testi, alla canzone, con uno scopo, a purpose, un obiettivo: far conoscere alle persone argomenti difficili con una musica molto comunicativa. Parla di luoghi lontanissimi. È un’etica dello smarrimento, an ethics for losing yourself in it.

“La tua musica da dove la prendi? Da dove attingi?” “Beh, sicuramente è uno dei tanti misteri della vita. C’è una bellissima poesia di Rumi che si chiama Du, da dove… il dolore, il pianto, l’allegria. Da dove questo spettacolo di immondezzai…”

[Il re del mondo]

Un giorno in cielo fuochi di bengala, la pace ritorno, ma il re del mondo ci tiene prigioniero il cuore

Finalmente ritorna in tivù e l’album vende. L’anno dopo, il 1980, si ripete. Questa volta l’album si intitola Patriots, ma non parla del patriottismo della guerra, del nazionalismo. Parla di patria come di terra dei padri, degli avi, the forefathers. La formula è sempre la stessa, ma con più ritmo, più comunicativa ancora per le masse. Ed infatti vende ancora più copie.

La canzone più famosa, Up patriots to arms, è una chiamata alle armi contro la stupidità umana, contro la mediocrità del mondano.

[Up patriots to arms]

La fantasia dei popoli che è giunta fino a noi
Non viene dalle stelle
Alla riscossa stupidi che i fiumi sono in piena
Potete stare a galla
E non è colpa mia se esistono carnefici
Se esiste l’imbecillità
Se le panchine sono piene di gente che sta male
Up patriots to arms, engagez-vous
La musica contemporanea, mi butta giù

Ma ormai è tutto pronto. O quasi. Battiato è divisivo. Per molti un genio, per molti altri un cantante eccentrico che fa musica strana, non di certo popolare. Non da summer hit. Però Franco sorprende tutti. Con lo stesso gruppo di professionisti dei due album precedenti, lavora ad un nuovo progetto, che estremizzi  ancora la via, l’idea di Patriots. Il risultato? Più di un milione di copie vendute tra 1981 e 1982, il migliore disco della musica italiana. È La voce del padrone, the voice of the master.

[Centro gravità permanente]

Gesuiti euclidei
Vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori
Della dinastia dei Ming
Cerco un centro di gravità permanente
Che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente

Non si capisce niente. Ed è bello così. Nella musica italiana esiste un prima e un dopo La voce del padrone. Prima la musica era solo narrazione, raccontare una storia. Ma Battiato modifica tutto. La musica è prima evocazione, sono piccoli frammenti di mondi vicini, di tutti i giorni, ma anche lontani. Che si uniscono per creare armonia, unità, un messaggio molto forte ed universale. Tutto questo con una melodia molto comunicativa, per tutti, anche per chi vuole solo ballare e divertirsi.

Franco è una popstar… un’improbabile popstar. Un antidivo. Che va in tivù a cantare poco, nonostante il successo. Evita i fan ed il divismo. Non sopporta l’esposizione del successo. He can’t stand the fame. Ed anche quando danza, lo fa in modo unico, originale; occupa lo spazio, è imprevedibile, lontano da ogni coreografia tipica delle popstar.

Ama il successo delle sue canzoni, ma odia il successo della persona, del “fenomeno Battiato”. C’è un solo modo per lui di uscirne, to get out of it. Produce dischi molto diversi da La voce del padrone. Perde molti fan, ma moltissimi continuano a seguirlo. Il successo gli ha dato il riconoscimento sociale ed economico di molti anni di ricerca e di sperimentazione.

È chiaro per Franco che non si può fermare ora. Continua a sperimentare con uno scopo ancora diverso. La musica diventa meditazione, spirituale; come una preghiera, a prayer. La tecnica è sempre il collage, evocare episodi, momenti diversi insieme, ma sempre con una ricerca musicale diversa.

È anche chiaro con gli anni che Battiato è molto più di un cantante pop. Cambiano le persone che lo intervistano ed iniziano a chiamarlo Maestro, master, teacher. A Franco, modesto, non piace molto all’inizio, ma capisce che qualcosa è diverso e che la sua musica come meditazione, ma sempre molto comunicativa, funziona.

Sono canzoni di ricerca della coscienza, dell’essenza, di una propria spiritualità. Tranne una, di cui voglio parlare.

[Povera patria]

Povera patria
Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos’è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene

Secondo Battiato, la musica si occupa di altro, non di politica o di società, almeno la sua musica. Ma in questo caso, questa canzone, un grido di rassegnazione e speranza, a scream of resignation and hope, viene dal cuore. Ed anticipa tutti i problemi di instabilità politica di cui abbiamo già parlato. Vi ricordate? Episodio 10 del podcast. Vi lascio il link in descrizione (https://italianstorieswithdavide.com/10-instabilita-per-sempre/)

Come dicevo prima, lui è alla ricerca di altro… del divino…

“Avvertire la presenza di Dio è una cosa che chiunque può percepire. Elevarsi, quindi ascendere è un lavoro, un vero lavoro su di sè” “Tu hai sempre avvertito la presenza di Dio nella tua vita?” “Sì, devo dire di sì. Dipende dai tipi. C’è chi nasce e non si accontenta del vedibile e sente che c’è dietro qualcosa di più grande di quello che si vede, no? Il non visto è molto più importante. E c’è gente invece che pensa che quello che vediamo è solo quello che esiste.”

Ed anche la sua canzone di maggiore successo, a metà anni Novanta, parla di questa ricerca. La cura

[La cura]

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare

E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te

Come in altre canzoni, Battiato non parla di un solo tipo d’amore…

“L’amore può contrastare questa perdita di coscienza che tu senti che noi esseri umani cominciamo ad avere?” “Dipende dal tipo di amore… Ce ne sono tanti… Quelli casuali… L’uomo credo che abbia per necessità fisiologica bisogno di innamorarsi. Quindi a volte ci sono gli amori proprio relativi all’età. Poi ci sono gli amori più coscienti e lì si scatena qualcosa di molto interessante, secondo me…”

Continua il successo, il riconoscimento, the accolades, ma cos’altro c’è da dire. Battiato si ritira in Sicilia e invecchia. Continua a fare musica, ma non sperimenta più, non ha più la forza di prima. È normale, ma cosa si può dire a un musicista che ha dedicato la vita intera alla ricerca musicale?

Ma ha raggiunto la pace…

Ogni mattina, nel luogo in cui vivo, …e devo dire che appena apro la finestra, la porta, il profumo delle rose, dei gelsomini, sono il linguaggio dell’esistenza. Ringrazio ogni giorno questo tipo di esperienza, perchè effettivamente la natura ancora oggi, con tutte le schifezze che ci stanno annullando, è rimasta intatta nella sacralità. È l’unica realtà oggi che ti fa risentire come se fossimo nel primordiale, la bellezza dell’esistenza…

Dopo molti problemi di salute, dopo aver lasciato la musica, è morto lo scorso Maggio. Battiato credeva nel karma e nella reincarnazione e anche noi vogliamo credere che Franco è da qualche parte che sta ritornando…

Il mistico indiano Ramana Maharshi aveva detto “ciò che deve succedere, succederà. perché è già successo…”

E allora, Franco, ci rivediamo presto

[L’ombra della luce]

Difendimi dalle forze contrarie

La notte, nel sonno, quando non sono cosciente

Quando il mio percorso si fa incerto

E non abbandonarmi mai

Non mi abbandonare mai

Spero vi sia piaciuta questa puntata, almeno la metà di quello che mi sono divertito io a farla.

Vi chiedo sempre di iscrivervi al podcast, di commentare sulle mie pagine Instagram e Facebook. Trovate la trascrizione sul mio sito, con contenuti extra e una piccola playlist di Battiato.

Se volete, condividete il podcast sui social, e facciamo ascoltare questo episodio.

Noi ci vediamo tra due settimane e beh… sapete già…

Non è la cultura che fa le persone
Ma le persone che fanno la cultura
Quindi, facciamo cultura insieme


Alla prossima, ragazzi
Ciao!

Edicola: newsstand
Fumetto: comic strip
Rapito: in ecstasy
Di fila: in a row
Adunco: hooked
Magazziniere: warehouse worker
Manifesto: poster
Cinghiale: boar
Scopo: purpose
Avi: forefathers
Divo: celebrity
To stand: to stand, tolerate
Uscirne: to get out of it
Preghiera: prayer
Riconoscimento: the accolades

Sources

Techetechetè | 25.07.2021, Franco Battiato


Franco Battiato Intervistato a “Geo e Geo”


Franco Battiato intervistato da Gianni Minà


Intervista di Elkan a Franco Battiato


Debutto TV di Battiato


Turisti per Caso – Viaggio in Nepal con Franco Battiato – 1999


Aldo Nove – Franco Battiato


Giuseppe Policelli – Temporary Road – (una) Vita di Franco Battiato

https://www.raiplay.it/programmi/temporaryroad-unavitadifrancobattiato


Rumore 350 | Marzo 2021 – Franco Battiato, la voce del padrone 40 anni dopo