in this episode, we talk about war and hope, death and war through the eyes of Emergency and Gino Strada
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Ciao ragazzi
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E proprio per questo, oggi parliamo di Emergency e del suo fondatore più famoso, Gino Strada.
Sigla e iniziamo
Luigi Strada, detto Gino, nasce nel 1948 a Sesto San Giovanni, una cittadina operaia di fabbriche e industrie alle porte di Milano. Fin da piccolo vuole fare l’artista, il musicista o lo scrittore. Studia al liceo classico e si iscrive all’università per studiare medicina. Voleva fare qualcosa di pratico, scientifico e umano allo stesso tempo.
Ma fin dall’inizio dell’università si interessa alla politica. Non poteva essere altrimenti. Ha vent’anni nel ’68 e viene da una famiglia operaia. Entra nella Sinistra studentesca ed è qui che inizia a diventare più idealista, ad avvicinarsi ai problemi degli ultimi, dei più poveri. E da questi incontri con altri studenti e persone di sinistra che incontra Teresa Sarti, giovane insegnante, che alcuni anni più tardi diventerà sua moglie. Una compagna fondamentale per le sue idee e per il contributo a Emergency, ma ne parleremo tra poco.
Dicevamo che Gino è impegnato in politica in modo attivo. E in effetti pensa anche di smettere, di lasciare medicina per occuparsi solamente di politica. Ma ci ripensa, he changes his mind, e si laurea nel 1978, a trent’anni. È deciso a diventare un chirurgo, a surgeon, e all’inizio degli anni Ottanta si trasferisce in America per specializzarsi. Vive negli Stati Uniti per quattro anni e si specializza in trapianti, transplants, di cuore e polmone. Dopo l’America, vive e lavora in Inghilterra e in Sud Africa in prestigiosi ospedali, e finalmente ritorna a Milano, sempre in ospedali di primo livello, first-class hospitals.
Ma Gino è curioso. Vuole vedere che cosa significhi lavorare dove non ci sono chirurghi, nella povertà, nel sud del mondo. Nel 1988 va in Pakistan, sul confine con l’Afganistan con la Croce Rossa Internazionale, the Red Cross.
Io non sapevo niente della guerra. Sapevo solo quello che mio papà mi raccontava quando ero un bambino piccolo, racconti che a me interessavano e affascinavano moltissimo. Però non sapevo nulla. Io avevo chiesto di… di poter andare a lavorare per un periodo, sei mesi, un anno…in un Paese povero, in un Paese del terzo mondo.
Ma per curiosità, per vedere che cos’era il mio lavoro di chirurgo in posti dove è difficile trovare un chirurgo e anche difficile trovare un ospedale. Il caso ha voluto che venissi mandato in un ospedale della Croce Rossa Internazionale, mandato in Pakistan. E lì ho conosciuto per la prima volta un aspetto della guerra, quello delle mine antiuomo. E sono rimasto scioccato, sconvolto, perché mai più immaginavo che nell’idea di guerra che spesso viene presentata… l’enfasi, il patriottismo… che nell’idea di guerra ci sia posto anche per mutilare i bambini del Paese nemico.
Quelle armi sono fatte apposta per mutilare i bambini del Paese che si considera nemico. Ora io trovo questa una forma di terrorismo particolarmente crudele, perché per me è impensabile che qualcuno possa pianificare, produrre, usare delle mine per far saltare le mani ai bambini, per renderli ciechi. È una cosa da film dell’orrore. E quell’esperienza mi ha segnato, per cui, quando sono rientrato in Italia un anno dopo facevo fatica a riadattarmi alla vita di un normale ospedale italiano…
Eh sì. Per Gino è impossibile tornare a vivere come prima. Riparte con la Croce Rossa, come chirurgo di guerra, e viaggia, viaggia, viaggia. Va in Etiopia, in Bosnia, in Iraq, in Kurdistan, in Afganistan. Come diceva nell’audio precedente, è in queste esperienze che conosce l’atrocità, l’orrore delle guerre moderne. Negli ospedali, arrivano tutti i giorni bambini, donne, adulti normali, cioè civili, civilians. Pochissimi hanno armi, weapons. Ma com’è possibile? Com’è possibile che in una guerra arrivino solo civili? Perchè dalla Prima guerra mondiale le cose sono cambiate molto. Nel 1914-18 la percentuale di vittime civili era circa il 10-15%. Ma già nella Seconda Guerra Mondiale la percentuale era cresciuta al 65%. Tuttavia, nelle guerre moderne, dagli anni Ottanta, la percentuale di civili morti o feriti, wounded, è del 90%. Una cosa incredibile.
Spesso le vittime sono civili a causa delle mine antiuomo, anti-personnel mine. L’esercito, the army, che conquista terreno mette mine su tutto il territorio, così il nemico, the enemy, non può avanzare. Spesso però le vittime sono adulti che lavorano o bambini che giocano, camminano su una mina e… esplodono. Muoiono o rimangono mutilati, war wounded.
Nel suo diario, Pappagalli verdi, green parots, Gino racconta un episodio terribile. Queste mine spesso hanno componenti di metallo, come l’alluminio, che le persone povere possono vendere per guadagnare, to earn, un dollaro. Un dollaro è tanto in un Paese poverissimo, come in questo caso il Kurdistan iracheno. Due uomini e due ragazzi provano a togliere l’alluminio dalla bomba. Ma sbagliano qualcosa e la mina esplode. Jalal, di tredici anni, muore quando arriva all’ospedale. L’altro ragazzo di sedici anni muore aspettando il suo turno. I due adulti sopravvivono, ma mutilati. In conclusione, due morti e due mutilati per un dollaro. E spesso queste mine erano fabbricate, fatte, in Italia…
Ma forse la storia più tragica riguarda quelli che Strada chiama pappagalli verdi, le bombe giocattolo, toy bombs. Vi lascio una foto in descrizione, così potete vedere. Sono cilindri di metallo con le ali, wings, come uccelli. Volano e occupano più spazio. Quando i bambini vedono questi oggetti, li prendono e giocano. Ma queste bombe funzionano con la pressione cumulativa, cioè più si muovono più raggiungono una pressione e esplodono. Ma non sono gli adulti a prendere queste bombe. Sono i bambini. E rimangono mutilati o ciechi, blind.
Queste bombe sono progettate per mutilare i bambini. Una cosa assurda e disumana. Gino e tutti noi ci chiediamo come sia possibile che una persona normale, un ingegnere lavori tranquillamente a bombe fatte per i bambini. Poi magari questa persona esce da lavoro e va a prendere i suoi figli a scuola. Tranquillo, come se niente fosse. E poi dopo l’ingegnere, c’è il chimico, poi i militari. Tutti loro hanno vite normali, con figli e famiglia, ma non pensano ai figli degli altri. E così diventa inevitabile: l’odio genera odio e i padri dei bambini mutilati vorranno una vendetta, revenge, e così ancora…
[Castlevania – Density & Time]
Ma arriva il 1994. La Croce Rossa Internazionale è un’istituzione connessa all’ONU, the United Nations, spesso molto burocratica, spesso difficile da gestire, to manage, perché non ha concessioni da chi fa la guerra. E durante una cena a Milano, in Viale Monza, Gino Strada, sua moglie Teresa e altri venti colleghi hanno un’idea un po’ pazza: creare una nuova ONG, organizzazione non governativa, NGO in inglese, per salvare più vite. È così che nasce Emergency. Pensata come un’organizzazione umanitaria snella, simple, che può cooperare con tutte le parti in un conflitto, come neutrale, indipendente e così avere più ospedali e curare più persone. Una ONG senza condizionamenti politici che cura tutti, anche se di parti diverse. Fatta di chirurghi e medici altamente qualificati.
Raccolgono pochi fondi, they raise some money, e partono per la prima missione di Emergency: in Ruanda durante il genocidio dei tutsi. Più di 500 mila morti in 100 giorni. Gino e la sua squadra di Emergency trovano un ospedale senza il tetto, distrutto e pieno di cadaveri, corpses. Puliscono tutto e lo rimettono in ordine. Ma non c’è elettricità e devono pagare persone per rimanere con le torce in mano per fare luce durante le operazioni. Emergency rimane a operare in Ruanda per alcuni mesi, poi diventa troppo pericoloso e non c’è protezione. Devono fuggire.
[Castlevania – Density & Time]
Negli anni successivi Emergency e Gino sono in Cambogia e nel 1998 ritorna in Afganistan. Rimarrà nel Paese per 7 anni. Ha visto padri e figli, generazione dopo generazioni, civili colpiti dalle stesse bombe. Spesso dava cure al mujaheddin, i combattenti islamici, ed ai loro nemici. Si trovavano spesso in letti vicini, tutti e due senza una gamba. Emergency ha curato tutti, di tutte le parti. E la speranza era di eliminare un po’ di odio, di rabbia, quando due nemici sono mutilati e si guardano da un letto all’altro nello stesso ospedale.
E in quei giorni ripensava al padre e di come sarebbe sorpreso di vedere Gino così lontano da casa. Che cosa penserebbe? Se lo ricorda da bambino… Suo padre tornava da lavoro in bicicletta con l’uniforme blu da lavoro tutta sporca di grasso. Ma una volta a casa costruiva tutto con le mani, tutti i giocattoli di Gino. Era autodidatta ed amava l’opera. La malattia lo aveva portato via troppo presto, quando Gino era ancora ragazzo.
Gino ricorda dei racconti di guerra. Lui non era ancora nato. E il padre gli raccontava di una scuola a Milano, bombardata durante la guerra. Morirono 194 bambini. Perchè continuava a chiedersi. Che colpa avevano quei bambini?
[Climbing – Reed Mathis]
Strada era già in Afganistan nel 2001, quando gli Stati Uniti e i loro alleati hanno iniziato la guerra al terrorismo, o la guerra per la democrazia, la guerra per liberare le donne musulmane, la missione di pace. In Italia il 92% del Parlamento italiano ha votato a favore dell’intervento militare italiano, anche se nessun afgano aveva mai ucciso un italiano, anche se all’articolo 11 della costituzione italiana c’è scritto che “l’’Italia ripudia la guerra”, Italy rejects war. L’hanno chiamata “missione di pace”, ma la verità è che la guerra è sempre basata su bugie.
Quante bugie sono state dette sulla guerra. Possiamo andare indietro di un secolo. Il presidente americano che disse che la Prima guerra mondiale era la guerra per far finire tutte le guerre… Possiamo passare alla Seconda quando un altro presidente americano disse: “Beh, è evidente a tutti che Hiroshima era una base militare”…e via via via… Osama bin Laden è stato definito combattente per la libertà dagli Stati Uniti… combattente per la libertà, poi è diventato il terrorista numero uno. E lo stesso per Saddam Hussein, per Gheddafi. Tutte le volte c’è la costruzione del mostro perché il concetto è molto semplice: il mostro o il terrorista sono gli altri. Noi possiamo radere al suolo una città e fare 200 mila morti, come si è fatto a Hiroshima, a Dresda, in tanti posti, ma quello non c’entra niente con il terrorismo. Il terrorismo sono le azioni violente che fanno gli altri.
Purtroppo nel 2009 muore la moglie Teresa, per malattia, la compagna di una vita, che ha supportato Gino e i suoi progetti, che lo lasciava partire e che non riceveva notizie di lui per mesi. Distanti ma vicini. E per Gino diventa un invito a fare ancora di più, soprattutto pubblicamente. Va spesso in televisione per promuovere Emergency e i valori dell’associazione, aprono ospedali di eccellenza in Paesi poveri, combattono l’epidemia di Ebola in Sierra Leone, spende tempo e parole per difendere i migranti.
Spesso ostinato nelle sue idee e radicale, è difficile discutere con lui. Sicuramente negli anni il suo carattere è diventato più duro, a causa soprattutto della guerra.
Mi è piaciuta una definizione che ha dato di lui l’artista Moni Ovadia. Secondo lui, Gino Strada è un uomo limitato, con una sola idea forse, ma radicale e potente, che mette in secondo piano, it overshadows, tutto il resto. Il suo obiettivo è ridare dignità all’uomo. Strada tratta i poveri, le vittime di guerra e i migranti come persone, prima che come numeri, come fanno spesso politici e giornalisti. La sua idea è prima di tutto di non sprecare, perdere vite umane, non lasciare morire persone. Poi si troverà una soluzione. Ma definisce cinico, spietato, ruthless, disumano, non aiutare altri esseri umani.
Se si vuole capire la migrazione, basta fare una cosa molto semplice: prendere una fotografia di un ragazzino su un barcone, ritagliare la faccia e incollarci quella del proprio figlio. Allora si capisce la migrazione…
Prima di morire, il 13 agosto 2021, distrutto dai problemi di cuore, sfatto e poco curato, ha avuto il tempo di vedere la riconquista talebana dell’Afganistan. In venti anni di guerra, gli Stati Uniti hanno speso 2000 miliardi di dollari, l’Italia 8,5 miliardi. I Talebani sono tornati, ma questi venti anni hanno creato morti, invalidi e 5 milioni di profughi, refugees.
Muore il 13 agosto per un problema di cuore. Aveva dedicato troppo tempo agli altri e poco tempo a curarsi.
Le parole che ho in mente, che mi stanno guidando in questo momento, è proprio una cosa che mi ha detto mio padre. Parlavamo di come ti senti quando muore un paziente, qualcuno che non sei riuscito a salvare. E lui mi aveva detto: “Ricordati che prima o poi vince la morte. Però la morte può vincere una volta sola e invece la vita può vincere ogni giorno”. Oggi ha vinto la morte, per mio padre ha vinto la morte. Però oggi ha vinto anche la vita in tanti altri posti.
Anche se a volte la frustrazione era molta, perché sembrava tutto invano, inutile, da quando è nata, Emergency è presente in 19 Paesi al mondo, ha creato ospedali di alta qualità e curato 11 milioni di persone. Emergency oggi non si occupa solo di vittime di guerra, ma di tutti quelli che hanno bisogno di assistenza, senza distinzioni di colore, nazionalità o altro, perché come diceva Gino “I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi”.
[Creep – Emmit Fenn]
—–
Anche questa puntata è finita. Spero vi sia piaciuta e vi abbia fatto riflettere. Condividetela ed iscrivetevi al podcast se siete nuovi.
Vi ricordo che trovate la trascrizione gratuita dell’episodio sul mio sito, con contenuti extra. E sempre sul sito, potete fare una piccola donazione per supportare il progetto. Vi ricordo anche che il 50% delle donazioni andrà a Emergency.
Per il resto, noi ci vediamo tra un paio di settimane.
E come sempre
Non è la cultura che fa le persone
Ma le persone che fanno la cultura
Quindi, facciamo cultura insieme
Alla prossima, ragazzi
Ciao!
Ripensarci: to change one’s mind Chirurgo: surgeon Trapianto: transplant Di primo livello: first-class Civile: civilian Armi: weapons Ferito: wounded Mine antiuomo: anti-personnel mine Esercito: the army Nemico: enemy Mutilati: war wounded | Guadagnare: to earn Ali: wings Cieco: blind Vendetta: revenge Gestire: to manage Raccogliere (fondi): to raise (money) Cadavere: corpse Mettere in secondo piano: to overshadow Spietato: ruthless Profugo: refugee |
Sources
Italian Constitution – Art. 11
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Italy rejects war as an instrument of aggression against the freedom of other peoples and as a means for the settlement of international disputes. Italy agrees, on conditions of equality with other States, to the limitations of sovereignty that may be necessary to a world order ensuring peace and justice among the Nations. Italy promotes and encourages international organisations furthering such ends.
Pappagalli verdi – Toy bombs

JUNG – War In the land of the Mujaheddin
https://mubi.com/it/films/jung-war-in-the-land-of-the-mujaheddin
Gino Strada’s Acceptance Speech for the 2015 Right Livelihood Award
Presa Diretta – Intervista
“Così ho visto morire Kabul” – La Stampa 13 agosto 2021
https://www.emergency.it/blog/dai-progetti/cosi-ho-visto-morire-kabul-gino-strada/
Rolling Stones – Gino Strada non ammetteva compromessi
https://www.rollingstone.it/politica/gino-strada-non-ammetteva-compromessi/577864/
Gino Strada (Emergency): ‘I migranti sono esattamente uguali a me, con gli stessi diritti’
Gino Strada – Pappagalli Verdi
Gino Strada – Buskashì. Viaggio dentro la guerra
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