In this episode, we talk about Gucci, the business, and the family.
Today we just remember Maurizio Gucci’s murder, but it is more than that…
It is a story of Fortune, good and bad
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Ciao ragazzi
E bentornati su Italian stories with Davide
Il podcast che vi parla in italiano di storie, lingua e cultura
È da un po’ di tempo che non ci sentiamo. Spero che stiate bene e che siate pronti per questa nuova puntata.
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Ma ora iniziamo. Forse avete sentito che il regista Ridley Scott ha fatto un film con Lady Gaga, Al Pacino, Jared Leto, Adam Driver sulla famiglia Gucci. E si intitola appunto “House of Gucci”. Il film ha creato nell’ultimo anno molte aspettative del pubblico, ma anche molte molte polemiche.
E ho pensato “Perché no? La storia dei Gucci è una grande storia italiana, con cose positive e cose negative”. Fortuna e sfortuna.
Sigla e raccontiamola
È la mattina del 27 Marzo 1995. Sono circa le 8.20 di mattina, e il custode di un palazzo, the janitor, building manager, aveva visto alcune foglie, leaves, sul portone del palazzo. Il giorno prima c’era stato un po’ di vento.
Allora prende la scopa, the broom, e va a pulire. In quel momento arriva il capo, the boss. È Maurizio Gucci, ultimo erede della dinastia di moda Gucci. Abita a circa cento passi da Via Palestro, nel centro di Milano. Maurizio saluta il custode e va verso le scale, verso il suo ufficio, pronto a iniziare una giornata di lavoro.
Il custode torna dentro il palazzo e in quel momento entra un uomo, vestito in modo elegante e con un cappello in testa. L’uomo corre verso le scale, dov’è Maurizio…
Spara, he shoots, tre volte a Maurizio. Il custode sente gli spari e va verso le scale. L’uomo spara anche a lui e scappa, va via. Il custode sopravviverà, ma Maurizio Gucci no. Muore. Aveva solo 47 anni.
Un delitto avvolto nel mistero, che ha scosso il mondo della moda, ed ha avuto vasta eco anche all’estero. A cadere sotto i colpi di un killer, che ha agito con spietata freddezza, Maurizio Gucci. Buio completo sul movente. Un’unica certezza: è stato un delitto su commissione.
I media, giornali e televisione, iniziano a parlare dell’omicidio Gucci sempre, in ogni momento della giornata. È il delitto nel mondo della moda, glamorous and murder, l’omicidio glam di Milano. Subito i giornalisti iniziano a raccontare le storie e i problemi della famiglia Gucci, sempre in negativo. Per i media l’omicidio è inevitabile con quella famiglia, inevitabile nel mondo della moda.
Ma la verità è diversa. Maurizio aveva già venduto Gucci. Non era più il presidente. Era un uomo di moda, ma lontano dalla moda di Milano. Era molto più solitario e riservato. Non c’era niente di glamour. E anche i rapporti con la famiglia erano limitati a poche persone.
E allora chi ha ucciso Maurizio? Gli investigatori e la polizia pensano ad intrighi, complotti, internazionali, international conspiracies. Maurizio aveva venduto le sue quote dell’azienda Gucci a investitori arabi. Ma tra le sue nuove attività c’è anche una serie di casinò in Svizzera ed il gioco d’azzardo, gambling. Ci sono anche resort di lusso. Alcuni investigatori pensano alla mafia di New York. Le indagini, the investigations, continuano, ma non ci sono risultati…
Ma chi è esattamente Maurizio Gucci? Chi era la famiglia Gucci? Come hanno fatto successo?
Dobbiamo fare un passo indietro, nel passato. Dobbiamo tornare a Firenze, a fine 1800.
La nostra storia parte da Guccio Gucci nel 1898. Il padre di Guccio è un artigiano che lavora in una fabbrica di cappelli. Firenze nel 1800 è rinomata, well–known, per la qualità di vestiti, cappelli e dei suoi artigiani, dei suoi sarti, tailors. Ma arriva la crisi e inizia ad esserci poco lavoro. Nel 1898 Guccio ha 17 anni e parte… va all’estero per fare esperienza del mondo e per guadagnare un po’ di soldi, to raise some money.
Arriva a Londra e viene assunto, hired, all’Hotel Savoy, uno dei più lussuosi e moderni alberghi di quel momento. Fa il liftboy, il ragazzo degli ascensori, che porta gli ospiti del Savoy su e giù con i loro bagagli, le borse, le loro valigie, their luggage. Guccio è impressionato da tutto questo, soprattutto dai marchi, the brands.
Dopo 4 anni torna finalmente nella sua amata Firenze. E subito dopo sposa Aida, la compagna di una vita. Avranno 6 figli. Il padre di Aida ha una sartoria, a tailor’s shop, molto conosciuta. Guccio inizia a lavorare nel settore, ma presto scoppia la Prima Guerra Mondiale e Guccio deve andare con l’esercito. Va a nord e conosce Milano. In questa città, dopo la guerra, comincia a lavorare per una famosa pelletteria, a leather shop.
Dopo alcuni anni torna ed inizia la sua attività di pelletteria, ancora a Firenze. Gli affari vanno bene, the business is good, ed è il momento per espandersi. È il 1921. Aida e Guccio stanno camminando in centro. Pensano di aprire lì un negozio, a shop, sulle strade dei turisti italiani ed internazionali. La Fortuna, il destino è buono e, mentre camminano, trovano un negozio vuoto, libero. È in Via della vigna nuova. È il primo negozio di Gucci.
Guccio e Aida avevano ragione. Il negozio in centro a Firenze attira, attrae, molti turisti ricchi e aristocratici che coprano articoli da viaggio in pelle, leather, e di alta qualità. Non è il tempo dei social network, ma del passaparola, word of mouth. E funziona. E Guccio è bravo a prendere i migliori artigiani di Firenze per creare i prodotti migliori.
Guccio e Aida hanno 6 figli, ma sono tre che portano avanti l’azienda Gucci: Aldo, Vasco e Rodolfo. Aldo e Vasco vogliono da subito lavorare con il padre. Aldo è l’anima imprenditoriale, un imprenditore nato, a natural born businessman. Aldo rischia e ha sempre ragione. Ha forte personalità e carisma. Apre altri negozi e soprattutto il primo fuori Firenze, a Roma. Un successo.
Rodolfo è il fratello diverso. A 17 anni, nel 1929, sta portando una valigia ad un cliente in un hotel di Roma. Un regista di cinema, a director, vede questo ragazzo giovane e bello e gli chiede se vuole fare cinema, vuole diventare un attore. Rodolfo accetta e inizia la sua carriera. Ma userà sempre il nome d’arte di Maurizio D’Ancona. Ovviamente Guccio era contro: “Non userai il nome Gucci, vero?”.
Durante la sua carriera fa molti film, conosce l’attrice Sandra Winklehaussen. Si sposano, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale il cinema è cambiato e non ci sono più film per Rodolfo, che torna a lavorare a Gucci, con la famiglia. Guccio gli apre un negozio tutto per lui, in centro a Milano. Ha un figlio che chiamerà Maurizio. Maurizio Gucci.
Ma la fortuna dei Gucci continua, non si ferma. Nel 1936, dopo che l’Italia ha invaso l’Etiopia, gli altri Paesi europei hanno messo un embargo, sanzioni economiche, all’Italia. È impossibile importare pelle per i prodotti Gucci dall’Inghilterra e dalla Germania. Ma Guccio, Aldo e Vasco fanno di necessità virtù, make a virtue out of necessity. Usano altri materiali economici, come lino, linen, iuta, jute, o bambù per la produzione. Un successo in un momento di crisi.
Dopo il successo a Roma e l’apertura a Milano, secondo Aldo è il momento di andare in America. Guccio è contrario, ma ancora una volta Aldo e la Buona Sorte, la Fortuna, lo aiutano. In America Gucci diventa di tendenza, trendy, grazie a personaggi famosi come JFK, Jackie Kennedy, Maria Callas, Liz Taylor e altri. E così il marchio si espande a Londra e Parigi.
Nel 1953 muore Guccio, ma i figli e i nipoti continuano la tradizione e l’espansione. Prima di morire Guccio aveva disegnato un nuovo marchio per rappresentare la famiglia: un cavaliere medievale che porta due borse. A destra una rosa, simbolo di eleganza. A sinistra la ruota della Fortuna. Ed è la Fortuna come abbiamo visto che guida la storia dei Gucci.
Gli anni 50 e 60 sono un periodo di grandi creazioni di design per l’azienda. Soprattutto il figlio di Aldo, Paolo Gucci, ha idee geniali, tra cui il logo moderno, storico con le due G di Guccio Gucci unite e invertite, GG. È un periodo di oggetti in edizione limitata, non per tutti, ma che vendono molto, come la borsa 1244 Jackie, i mocassini 175 o il foulard Flora.
Ma è tempo di tornare a Maurizio Gucci. Abbiamo detto che Maurizio è il figlio di Rodolfo, l’attore, e di Sandra, attrice. La vita non è facile per Maurizio subito dall’inizio, perché quando ha solo 6 anni, la madre Sandra muore di polmonite, pneumonia. Il padre Rodolfo non si riprende più e non cerca altre donne. Cresce Maurizio in modo austero, severo. Quando è un ragazzo, per esempio, gli amici di Maurizio vanno in discoteca a ballare, ma lui rimane in negozio a lavorare, come vuole il padre.
Maurizio è un giovane uomo introverso e solitario, diverso dal padre Rodolfo, estroverso ed esuberante. Nel 1970 conosce ad una festa Patrizia Reggiani, una giovane ragazza bella ed energica. Nel 1972 Maurizio e Patrizia si sposano, contro la volontà, il desiderio del padre Rodolfo. Hanno due figlie. Ma ci sono tensioni tra Rodolfo e Maurizio per alcuni anni lascia l’azienda Gucci, ma poi, grazie alla mediazione dello zio Aldo, torna in famiglia.
Ci sono tensioni continue. Ma nel 1983 muore Rodolfo. Maurizio eredita il 50% di Gucci e tutto cambia. Ora è lui il capo. O quasi.
Dopo la morte di Vasco Gucci, nel 1973, i due fratelli Aldo e Rodolfo avevano diviso le quote di Gucci. 50% e 50%. Ma Aldo aveva deciso di tenere un 40% per sè e dare il 10% ai suoi tre figli, tra cui Paolo Gucci. I tre figli avevano il 3% ciascuno, each.
Maurizio cambia e cambia la famiglia Gucci. Maurizio vuole il potere, vuole essere presidente di Gucci. Ha una visione diversa, più moderna e meno famigliare. Se vi ricordate abbiamo detto che Rodolfo era il diverso dei fratelli. Beh, Maurizio è anche più diverso. È milanese, non fiorentino. Vuole quotare l’azienda Gucci in Borsa, list on the stock exchange. Vuole dare la gestione, il management dell’azienda a designer e marketer internazionali.
Alcuni anni prima il cugino di Maurizio, Paolo, era vice-presidente e curava il design e la linea dell’azienda. Poi nel 1980 aveva provato ad aprire un suo negozio per dimostrare che era lui il genio creativo. Ma con il marchio, il brand Gucci. Aldo e Rodolfo denunciano Paolo per concorrenza sleale, unfair competition. E lo licenziano. Anche se Paolo tiene la sua quota del 3% e vince la causa legale, the lawsuit, in America.
Maurizio compra la quota di Paolo e ottiene la maggioranza dell’azienda Gucci. Maurizio promette a Paolo di dargli un’indipendenza creativa. Paolo accusa anche il padre Aldo di evasione fiscale, tax fraud. E Aldo, che ha 81 anni, andrà in prigione per un anno.
Ma Maurizio non mantiene le promesse e Paolo, di nuovo con il padre Aldo, accusano insieme Maurizio di reati finanziari e evasione fiscale. Inizia una lunga guerra giudiziaria, in tribunale, una guerra per il controllo della società Gucci. Alla fine Maurizio, aiutato da una azienda di investimento araba, ottiene il potere. È lui il presidente, ma dura poco. Le sue decisioni sono negative e dopo alcuni anni, coperto di debiti, è costretto, deve vendere tutta l’azienda Gucci all’azienda araba Investcorp, che salva Gucci.
L’azienda è salva, ma ha perso la sua identità e la sua famiglia. È un brand commerciale, popolare, come tanti altri.
La Fortuna ha cambiato direzione. Non aiuta più la famiglia Gucci. C’è una leggenda che accompagna questa storia. È lo yacht a vela Creolè, una delle barche più lussuose del mondo. Secondo la leggenda, durante l’inaugurazione della nave, quando si lancia lo champagne sulla nave e si battezza, la bottiglia si era rotta solo dopo tre tentativi, attempts. Ma non solo. Il primo proprietario del Creolè era morto per una malattia sconosciuta. Un altro proprietario aveva due mogli e tutte e due erano morte suicide. Maurizio compra la barca, il Creolè prima della morte di Rodolfo. Proprio quando la Sfortuna inizia a distruggere l’azienda e la famiglia Gucci. Ma il Creolè è anche uno dei posti preferiti della moglie di Maurizio, Patrizia Reggiani, e della sua amica maga, the witch.
Arrestata a Milano l’ex moglie, Patrizia Reggiani, accusata di essere mandante dell’assassinio. Con lei altre quattro persone. Una maga, un portiere d’albergo e due pregiudicati
Il 30 gennaio 1997, la ex moglie di Maurizio Gucci, Patrizia Reggiani è arrestata per l’omicidio del marito. Con lei sono arrestati anche l’assassino, il killer, ed i mediatori, tra cui c’è la “maga” Pina Auriemma. A dicembre del 1996, un uomo aveva sentito parlare dell’omicidio di Maurizio Gucci e aveva telefonato alla polizia. Dopo molte indagini, investigazioni, avevano scoperto che Patrizia Reggiani aveva pagato la “maga” Pina per trovare due killer.
Chi è veramente Patrizia Reggiani? Maurizio l’aveva vista a una festa nel 1970. Aveva detto ad un amico: “Chi è quella ragazza col vestito rosso che è uguale a Liz Taylor?”. Dopo due anni Maurizio e Patrizia si sposano. Ma se vi ricordate il padre Rodolfo è contrario. Perchè? Perchè, secondo Rodolfo, Patrizia è una piccola arrivista, a social climber?
Patrizia Martinelli, non Reggiani, nasce nel 1948. Anche per lei la vita è subito complicata perché il padre biologico va via quando ha tre anni. Non lo conoscerà mai. Patrizia vive con la madre, che lavora come lavapiatti, dishwasher, in un quartiere povero di Milano. La Fortuna aiuta Patrizia e la madre. Infatti, la madre conosce Ferdinando Reggiani, un imprenditore, un businessman, e si sposano. Patrizia ha 12 anni ormai e da quel momento sarà Patrizia Reggiani. La povertà è finita, ma la paura di tornare povera rimane. E Patrizia impara dalla madre che la cosa più importante è sposare la persona giusta, ricca.
Ma il matrimonio di Patrizia e Maurizio va bene. Vivono nel lusso, a Milano, a New York, St. Moritz, Acapulco. Fino alla morte di Rodolfo, quando Maurizio non è più un ragazzo, ma uno dei proprietari di Gucci. Ed anche il matrimonio con Patrizia inizia ad andare male.
“Da quel momento in poi, ma chi lo sa, devo dire che l’uomo è radicalmente cambiato […] Ma non penso tanto per sua colpa, quanto per delle cattive frequentazioni.” “Parliamo di questi cattivi consiglieri. Io ho letto da qualche parte che c’era anche una maga fra queste persone… Questa maga che cosa faceva esattamente? L’ha conosciuta lei?” “Io l’ho conosciuta sfortunatamente, nel senso che lei in un dato momento si è spacciata per la maga personale di una ricchissima famiglia italiana, che aveva messo addirittura tutti i destini nelle sue mani e nelle sue facolta di preveggenza” “E suo marito credeva veramente?” “Io non so se ci ha creduto perché io ho saputo troppo tardi che lui frequentava questa persona… e l’ho saputo da una telefonata che questa persona mi ha fatto, dicendo Il tuo matrimonio è finito perchè io ho convinto tuo marito a lasciarti e tu arriverai da me strisciando e piangendo per riavere quello che io ti ho portato via
Sarà stata veramente colpa della maga? Di cattive amicizie, frequentazioni? O forse semplicemente era tutto finito, come per molti altri matrimoni?
Nel 1985 si separano e nel 1991 divorziano e Maurizio ha una nuova compagna, una nuova partner. Ma Patrizia non è d’accordo. È ossessionata dal marito. È colpa sua se l’azienda Gucci è fallita e venduta. Voleva continuare ad usare il cognome Gucci, anche dopo il divorzio. Nel 1992 ha un’operazione chirurgica, per un tumore al cervello, ma senza conseguenze. Ma l’ossessione continua, fino a chiedere all’amica Pina Auriemma di trovare i killer per uccidere Maurizio. Il giorno della morte di Maurizio, Patrizia scriverà nella sua agenda la parola greca “Paradeisos”, Paradiso.
Patrizia Reggiani è rimasta in prigione, in carcere, per 18 anni. A volte ha detto che è stato un errore, a volte ha detto di essere innocente, a volte no. In prigione era sempre vestita bene durante le interviste. Come se recitasse un ruolo. Si è sempre presentata come una Gucci.
Oggi chi pensa alla famiglia Gucci, pensa a Patrizia Reggiani. I media, giornali e televisione, la chiamano Lady Gucci. La intervistano spesso. È sempre in tv e sui giornali. Prima dell’omicidio era anonima. Non era una Gucci. Allora, dovremmo chiederci quanto questa immagine di Lady Gucci sia stata creata da Patrizia Reggiani o dai media, che hanno bisogno di scandali, di notizie forti, sempre.
Forse la storia dei Gucci non è solo una storia di Fortuna e Sfortuna, ma una storia di un’azienda familiare come tante altre. Un’azienda che ha successo, poi ci sono troppi eredi, troppe idee, e poi è venduta o fallisce.
La scorsa settimana ero a Firenze. Ho passeggiato in centro, poi sono andato in Via de’ Tornabuoni, all’angolo con Via della Vigna Nuova. Ho visto il negozio Gucci, il primo che avevano visto Aida e Guccio nel 1921. Nelle vetrine c’erano neon intensi, valigie classiche e pacchiane, gaudy. C’erano manichini con teste verdi, amorfe, senza forme, con occhiali da sole. Erano impersonali, banali. Sembrava un negozio uguale a molti altri.
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Se siete curiosi di questa storia trovate sul sito contenuti extra e potete andare al cinema a vedere il film “House of Gucci”, che sono sicuro sarà un po’ diverso da quello che vi ho raccontato oggi.
Per me è il momento di andare. Allora
Non è la cultura che fa le persone
Ma le persone che fanno la cultura
Quindi, facciamo cultura insieme
Ci vediamo tra qualche settimana, ragazzi
Ciao!
Custode: the janitor, building manager Scopa: the broom Capo: boss Delitto: murder intrigo, complotto: conspiracy Gioco d’azzardo: gambling Indagine: investigation Rinomato: well–known Sarto: tailor Assunto: hired Valigia: luggage Marchio: brand Sartoria: tailor’s shop Pelletteria: leather shop Negozio: shop | Pelle: leather Passaparola: word of mouth Imprenditore: businessman Regista: director Lino: linen Iuta: jute Polmonite: pneumonia Quotare in Borsa: list on the stock exchange Concorrenza sleale: unfair competition Causa legale: lawsuit Evasione fiscale: tax fraud Tentativo: attempt Maga: witch Arrivista: social climber |
Sources
Albero genealogico

Marchio Guccio Gucci

Titoli di giornale


Patrizia Gucci – Gucci: La vera storia di una dinastia di successo raccontata da una Gucci doc
Sara Gay Forden – The House of Gucci: A True Story of Murder, Madness, Glamour, and Greed
ENIGMA Il caso Gucci
Donne vittime e carnefici – IL CASO GUCCI
Patrizia Gucci: tra moda, arte e una dinastia di successo – Oggi è un altro giorno
S. Gundle, Lucia Rinaldi – Assassinations and Murder in Modern Italy
House of Gucci – Trailer
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