in the first episode of 2022, let’s talk about habits and goals to start the new year, and how we can apply habits to language learning
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All’inizio di ogni anno siamo pieni di energie per iniziare cose nuove. C’è chi va in palestra, chi scrive, chi dipinge e chi impara una nuova lingua, o decide di migliorarla. E oggi parliamo di come raggiungere i nostri obiettivi con le abitudini.
Ciao, Ragazzi!
E bentornati su Italian stories with Davide
Il podcast che vi parla in italiano di storie, lingua e cultura
Allora, ho sempre letto libri su motivazione e abitudini per raggiungere i miei risultati, ma ultimamente ho riletto Atomic habits di James Clear. Ho pensato che il modo migliore per incominciare il 2022 fosse di parlare un po’ delle abitudini. Nuove abitudini per imparare o migliorare l’italiano o un’altra lingua straniera.
Sigla e iniziamo
Parte 1 – La motivazione è sopravvalutata
La motivazione è l’aspetto più importante per iniziare qualcosa di nuovo. Perché vuoi imparare una lingua straniera? Per lavoro, per trasferirti o viaggiare? Per il partner o la famiglia? Per gli amici? Per la cultura?
Ci sono mille risposte. Quello che è importante è che vuoi iniziare. Sei sicuro.
Allora, compri un libro per imparare, ti iscrivi in una scuola di lingue o prenoti una lezione con un tutor online. Poi dopo una o due settimane la motivazione è più bassa. Non hai molta voglia o tempo di aprire il libro o di fare lezione con l’insegnante.
Questo succede soprattutto, quando la questione non è urgente. Non è vita o morte. Allora, la prima cosa che butti via, you throw away, è la tua nuova passione per la lingua straniera.
La mia esperienza con i miei studenti è simile. Tutti hanno gli stessi obiettivi. Alcuni ce la fanno, hanno successo, e in un paio di mesi possono parlare italiano, in modo semplice. Ma altri mollano, they give up, e fanno altro. Magari alla fine pensano che il problema sia l’insegnante o forse sono loro. Forse pensano che non sono portati per le lingue straniere, they don’t have the aptitude for it.
Ma probabilmente il problema è che imparare e usare la lingua straniera non è diventata una parte della loro vita. Non è diventata un’abitudine.
Nel suo libro, James Clear parla di un esperimento fatto con 248 persone in Regno Unito. Lo scopo, l’obiettivo, era di creare più abitudini di fitness per le persone. I ricercatori avevano diviso le persone in tre gruppi.
Al primo gruppo avevano chiesto di scrivere quante volte facevano esercizio. Al secondo gruppo avevano chiesto di scrivere il numero di sessioni e di leggere materiale motivazionale, dove parlavano dei benefici dell’esercizio fisico. Al terzo gruppo hanno chiesto le stesse cose del secondo gruppo, ma anche di pianificare, fare un piano, di quando, dove, per quanto tempo, avrebbero fatto esercizio.
I risultati erano incredibili: nel primo gruppo il 35% delle persone aveva fatto esercizio, nel secondo il 38%, nel terzo il 91%.
Qui sembra che avere un piano, una routine, sia più importante della sola motivazione nel tempo. Ma non solo. Questo perché la motivazione non dura, it doesn’t last, non rimane a lungo. Quando siamo stanchi, non abbiamo voglia, la nostra motivazione non c’è ed è facile non aprire il libro, non fare esercizi o andare a lezione. È l’abitudine che ci aiuta.
Facciamo un esempio pratico. Ho iniziato da poco a imparare una nuova lingua. All’inizio, studio, ascolto, faccio flashcards, parlo con tandem o faccio lezioni. Faccio moltissimo e per molto tempo. Se ho l’ispirazione giusta faccio anche 2 ore di studio e pratica. Dopo un po’, ho qualche giorno dove sono distratto, ho tante cose da fare a lavoro o da studiare e non faccio niente. Poi faccio di nuovo qualcosa il giorno dopo. Ma con il passare dei giorni faccio sempre meno. Fino a quando penso: “Beh, forse non ho proprio tempo per imparare o studiare una nuova lingua. Avrò più tempo in futuro”.
Ma c’è un’altra ragione per cui solo la motivazione o la forza di volontà, willpower, fa male. Numerose ricerche hanno dimostrato che usare troppa forza di volontà, e motivazione, genera quello che viene chiamato ego depletion, l’esaurimento di risorse mentali.
In altre parole, se abbiamo molte scelte, choices, dobbiamo usare più forza di volontà per fare una cosa, senza lasciarci tentare dalle altre scelte. Secondo le ricerche, questo uso di energie mentali ci toglie concentrazione, crea stress emotivo e non riusciamo a lavorare o rilassarci.
Se vi ricordate, abbiamo parlato di scelte nell’episodio numero 6 del podcast, il paradosso della scelta. Il link è nella trascrizione e nella descrizione. (https://italianstorieswithdavide.com/06-il-paradosso-della-scelta/)
Quindi, per concludere, paradossalmente, avere meno scelte e usare meno motivazione produce più libertà. Un’abitudine è per definizione qualcosa che fai senza pensare, una reazione naturale.
[8.22]
Parte 2 – Obiettivi o abitudini?
Viviamo in una società che è ossessionata dagli obiettivi. Come ottenere il lavoro perfetto, il ragazzo o ragazza ideale, perdere 10 chili, mettere su 10 chili di muscoli, e così via.
Poi ci sono le lingue. Voglio parlare 10 lingue. Voglio parlare come un nativo. Voglio leggere Dante in italiano senza dizionario. Voglio eliminare il mio accento.
Ma cosa significa avere un obiettivo per imparare lingue straniere? Tutto e niente. Spesso i miei nuovi studenti mi dicono “Voglio studiare italiano perché voglio diventare fluente”. Ma significa tutto e niente. Perché puoi parlare in modo fluente con 800 parole, a livello base A1, ma anche con 3000 a livello intermedio B1.
Perché la verità è che c‘è sempre da imparare. Sempre e, soprattutto, con le lingue. Possiamo arrivare a un livello avanzatissimo, ma avere sempre problemi di vocabolario, modi di dire, idioms. E poi dobbiamo mantenere il livello che abbiamo raggiunto perché la lingua è come un muscolo, come andare in palestra. Devi praticare tutti i giorni per migliorare, ma anche per non perdere i tuoi risultati.
Immagino che avrete già capito. Avere obiettivi per le lingue può essere fantastico, perfetto per iniziare perché ci motiva. Ma dopo un po’ può essere frustrante.
A volte gli obiettivi sono troppo vicini. Sono troppo facili da raggiungere e, quindi, smettiamo di imparare, we stop learning. Altre volte sono troppo lontani, non riusciamo a raggiungerli, we can’t achieve them, e siamo frustrati.
Se invece decido di fare poco ma costantemente, tutti i giorni, questo piccolo obiettivo è facile da raggiungere. Anche solo 15 minuti al giorno. Ovviamente, se non hai 15 minuti al giorno forse ci sono cose più importanti per te che imparare una lingua straniera.
Ma dicevamo, Se fai poco ma costantemente sarà più facile continuare la pratica per molto tempo e, quindi, migliorare. Sarai meno frustrato perché il tuo obiettivo è fare 15 minuti al giorno, non diventare fluente in 3 mesi. Invece, sarai più rilassato e produttivo.
Come dice Clear, “non ti elevi al livello dei tuoi obiettivi. Ma cadi al livello dei tuoi sistemi”, you do not rise to the level of your goals. You fall to the level of your systems. Sei fai pratica costante arriverai ai tuoi obiettivi naturalmente.
Più ci pensate e più è vero. Siamo fatti di abitudini. Siamo il risultato delle abitudini degli ultimi cinque anni: ti lavi i denti? Prendi troppi caffè? Vai in palestra o preferisci divano e tv? Quante volte fai una passeggiata? Quando ti vedi con gli amici e le amiche?
Ma perché le abitudini sono meglio degli obiettivi? Voglio raccontarvi una storia ormai famosissima. È una storia di sport, ma che ci fa capire l’importanza delle abitudini.
Venti anni fa, all’inizio degli anni 2000, la federazione britannica di ciclismo non sapeva più che fare. In Regno Unito non c’era tradizione di ciclismo. I ciclisti britannici non avevano MAI vinto niente di importante. Poi arrivò un nuovo manager, Dave Brailsford, con una nuova filosofia: migliorare poco a poco, 1% ogni volta con piccoli dettagli. Questi includevano cambiare sella, saddle, manubrio, handlebars, ma anche i metodi di allenamento. Persino come lavarsi le mani e dormire sempre sullo stesso materasso, che veniva trasportato in ogni hotel.
Da allora, per una decade i ciclisti britannici hanno dominato le Olimpiadi e il Tour de France, la più importante gara ciclistica del mondo.
OK. Dobbiamo dire che probabilmente alcune idee erano un po’ estreme, come quella del materasso, e dobbiamo capire se ha dato gli stessi risultati di creare le migliori biciclette al mondo. Ma quello che è importante è il concetto, l’approccio.
Se fate i calcoli, migliorare 1% ogni volta significa migliorare del 37% in un anno. È un’idea generale, ma il concetto è applicabile allo studio dell’italiano o di una lingua straniera. La crescita composta, il compound effect, si vede quando impariamo parole nuove. All’inizio sono poche, ma presto diventano frasi, poi paragrafi, poi articoli. Un poco alla volta, capiamo il succo, the gist, di un audio, poi alcune frasi, poi quasi tutto quello che dicono, e poi tutto.
È una questione di tempo e di abitudine.
C’è un’altra ragione importante per cui le abitudini sono meglio degli obiettivi: la nostra felicità. Già. Se vogliamo avere un cambiamento e siamo bravissimi, lavoriamo duro e arriviamo a quel traguardo, the finish line, che cosa faremo dopo? Cosa faremo quando avremmo raggiunto l’obiettivo?
Per le lingue, significa continuare a imparare e ripassare, review, per non dimenticare, per non ridurre il nostro livello linguistico. Ma questo non è un obiettivo. Questo è uno stile di vita: usare l’italiano, usare la lingua straniera. Senza una fine.
Per questo le migliori abitudini non hanno una fine, sono stili di vita. Non siamo persone che corrono la maratona una volta all’anno. Siamo corridori, runners. Non siamo persone che non mangiano cibo spazzatura, junk food. Siamo persone che mangiano sano, cose salutari. Non abbiamo finito il libro del corso di lingua straniera. Noi usiamo e impariamo la lingua straniera.
Pensa che quando studi o impari, stai già usando la lingua. Non sei bravo o cattivo. Stai usando la lingua. L’unica differenza con il futuro è che tra un anno la userai meglio.
Più fate sessioni, ripetizioni e più rafforzate l’idea che usate la lingua; rafforzate l’idea che siete il tipo di persone che imparano e usano lingue straniere.
[17.22]
Parte 3 – Come funzionano le abitudini
Abbiamo detto che è importante migliorare passo a passo, 1% ogni giorno. Questo significa che i risultati non arriveranno subito. Se studi italiano o una nuova lingua per un’ora, non diventerai un madrelingua, a native speaker.
C’è bisogno di tempo. I risultati saranno incredibili, ma arriveranno in mesi, in anni. Non subito. Clear parla di una differenza tra i risultati che ci aspettiamo quando iniziamo e quelli (bassi) che abbiamo in realtà. Clear chiama questa differenza “la valle dello sconforto”. Vi lascio un’immagine sul sito.
Quello che fa la differenza è però quello che c’è dopo questa valle. Quando cominciate con una cosa nuova, all’inizio sembra di non andare da nessuna parte. Non c’è niente. Poi a un certo punto c’è la svolta, the breakthrough, e sapete fare tutto. Bisogna imparare ad aspettare. Allora, capite anche che almeno all’inizio è importante ignorare i risultati perché sono microscopici, piccolissimi.
È più importante concentrarsi, to focus, sulle abitudini. Il sistema è più importante degli obiettivi. Un buon sistema vi porterà agli obiettivi. Un cattivo mai, anche se gli obiettivi sono gli stessi.
Ma come funzionano le abitudini?
Esistono quattro parti che definiscono un’abitudine: segnale (cue), desiderio forte (craving), risposta (response) e ricompensa (reward).
La prima è quella che attiva l’abitudine. Per esempio il libro di italiano o di un’altra lingua straniera sulla vostra scrivania, sul tavolo. Il desiderio forte è quando aumenta la vostra dopamina, avete una voglia forte, irresistibile. Vedete il libro e andate subito a sedervi per leggere. Questa è la risposta. Dopo che avete finito, vi siete meritati, you deserve, un buon caffè nel vostro bar preferito. Ecco la ricompensa.
Tutte queste fasi sono caratterizzate da alcune leggi, come dice Clear, che possiamo adottare per creare sistemi migliori, migliori abitudini e, allora, migliori possibilità di imparare una lingua straniera.
Ma vediamo insieme come applicare queste regole al vostro italiano o a una lingua straniera nella seconda parte dell’episodio.
Tra alcuni giorni. Sempre su Italian stories with Davide.
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Come sempre
Non è la cultura che fa le persone
Ma le persone che fanno la cultura
Quindi, facciamo cultura insieme
Ci vediamo presto, ragazzi
Ciao!
Vocabulary
Buttare via: to throw away Farcela: to make it, to manage to Mollare: to give up Essere portato per: have a feel for, have an aptitude for Scopo: aim, goal Pianificare: to plan Durare: to last Forza di volontà: willpower Esaurimento: depletion Scelte: choices Lasciarsi tentare: let yourself be tempted by Modo di dire: idiom Smettere di: to stop (doing sth) Raggiungere: to achieve, reach Sella: saddle Manubrio: handlebars | Persino: even Crescita composta: compound growth Un poco alla volta: little by little Succo: the gist Traguardo: the finish line Ripassare: review Corridore: runner Cibo spazzatura: junk food Sano: healthy Madrelingua: a native speaker Svolta: breakthrough Concentrarsi: to focus Segnale: cue Desiderio forte: craving Risposta: response Ricompensa: reward Meritarsi: deserve |
Sources
James Clear – Atomic Habits (book)
La valle della delusione

Luca Mazzucchelli – Fattore 1%: Piccole abitudini per grandi risultati (book)
Willpower is for Losers (youtube)
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