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on 8th April 1909, the best Italian-American writer was born. His name was John Fante and today we speak about his life and works



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L’8 aprile del 1909 nasceva a Denver, in America, lo scrittore di origine italiana John Fante. Ed oggi parliamo di lui, lo scrittore italo-americano più famoso di sempre.

Ciao Ragazzi

E bentornati su Italian stories with Davide

Il podcast che vi parla in italiano di storie, lingua e cultura

Ci sono molti autori di cui parlare, italiani e stranieri, ma oggi vi voglio parlare di John Fante, uno dei miei scrittori preferiti, nato, come me l’8 aprile.

Fante è unico perché ha parlato nei suoi libri dell’esperienza degli immigrati italiani di prima e seconda generazione in America. Ci ha fatto ridere e ci ha fatto piangere. E ha avuto una vita incredibile.

Allora, musica e cominciamo


[1.25]

Parte 1 – Le origini

L’8 aprile 1909 nasce a Denver, in Colorado (America), John Fante, il primo figlio di Nicola “Nick” Fante e Mary Capolungo, un italiano abruzzese e una americana di origini italiane.

Nick Fante viene da Torricella Peligna, un piccolo villaggio del Centro Italia, tra le montagne. I terremoti, earthquakes, erano frequenti, l’inverno freddo e con molta neve. Torricella era povera. Non c’era lavoro.

Nick partì per l’Argentina. Ma anche in Argentina il lavoro era poco e dopo un anno tornò indietro. Quando Nick è tornato, trova la sua ragazza sposata con un altro uomo, suo padre era scappato, partito, per cercare lavoro in America; e la sorella e la madre di Nick erano sole, senza soldi. Infedeltà, isteria, abbandono. Tutti elementi presenti nella vita di John e nelle sue storie.

Alla fine, era partito anche Nick per l’America. Il padre aveva trovato lavoro come muratore a Denver, nel Midwest, lontano da tutti gli italiani di New York e del New Jersey. E così aveva fatto anche Nick.

Non sappiamo come, ma a Denver Nick ha conosciuto Mary Capolungo, nata a Chicago, ma figlia di un sarto, a taylor, della Basilicata. Nick e Mary sono completamente diversi: Nick ama bere alcol, giocare a poker, è scontroso, hottempered, e non è religioso. Mary è tranquilla, silenziosa, non esce di casa ed è molto religiosa; prega sempre e va ogni Domenica in chiesa.

È quasi incredibile come Nick e Mary si siano sposati. Secondo la leggenda, il loro matrimonio è stato celebrato un lunedì. Molto strano, vero? Perché non sabato? Facile: perché Nick aveva bevuto troppo il sabato, era sbronzo, drunk, è sparito, he disappeared, per due giorni, e solo lunedì è tornato a casa per il matrimonio.

La comunità italiana a Denver Nord è forte, ma l’affitto, the rent, è caro per la famiglia Fante, soprattutto dopo la nascita dei fratelli di John. Allora Nick porta tutta la famiglia a Boulder, vicino a Denver, dove la vita è meno costosa. Tuttavia, a Boulder non ci sono altri italiani, è una comunità più piccola e John inizia da subito a percepire la discriminazione.

I Fante sono chiamati “wop” o “dago”, insulti per gli immigrati italiani. John ha un carattere forte già da bambino e reagisce sempre con le parole o con le mani. Intanto, il padre Nick lavora molto in estate, mentre è sempre senza soldi in inverno, quando la neve rende impossibile il suo lavoro di muratore. Sicuramente non smette mai di bere e giocare a poker.

Da bambino John è diviso tra l’amore per la madre e l’ammirazione per il padre. Da una parte, va in chiesa con la madre, e pensa di diventare un prete; dall’altra parte vuole lavorare come il padre, senza un dio e con le proprie idee.

John frequenta un collegio gesuita fino al diploma. Ma non è un grande studente. In generale ha voti, grades, nella media, average. Ma a 17 anni, finito il collegio, torna a casa e ritrova la stessa situazione di anni prima: la madre Mary sempre a casa a pregare Dio; il padre Nick sempre fuori tra lavoro, poker e alcol.

Per un po’ lavora con il padre, ma vuole scappare, andare via, e si iscrivere, he enrolled, all’Università del Colorado, ma rimane solo un semestre: fallisce due esami su tre e si ritira nel dicembre 1927.

Ritorna a casa, dove ci sono sempre le stesse tensioni tra Nick e Mary. Ma, invece di andare in chiesa con la madre, va alla biblioteca pubblica di Boulder. Per fortuna, il collegio cattolico gli aveva dato un imprinting umanistico. E Fante cerca conforto, sicurezza, nei libri.

Tra i libri della biblioteca scopre l’autore e critico Mencken, direttore dell’American Mercury, il magazine di letteratura più influente di quel periodo. E inizia a pensare: “Perché non scrivere?”.

Nell’autunno 1928 ritorna all’Università del Colorado, ma dura di nuovo solo per pochi mesi. Alcuni esami vanno meglio, ma l’università non è per lui.

Il 1929 è cruciale per John. Due fatti sconvolgono, shock, la sua vita. Crolla la Borsa di Wall Street e significa che non c’è più lavoro e non ci sono soldi. La seconda cosa è familiare: Nick lascia la moglie e i quattro figli per un’altra donna, come nel libro Aspetta primavera, Bandini. John non sa che cosa pensare. È ambivalente. È arrabbiato con il padre Nick per come ha trattato sua madre. Ma lo ammira tantissimo.

Boulder e Denver sono diventate piccolissime per lui. Non ci sono ragioni per restare. Deve andare via.

La madre Mary aveva tre fratelli che vivevano in California, vicino a Los Angeles, precisamente a Wilmington. Due fratelli lavoravano come musicisti su una nave di lusso e John non vedeva l’ora di cambiare aria. Finalmente un posto più vivo di Boulder.

John parte per la California.

[9.58]

Parte 2 – Diventare uno scrittore

Fante arriva a Wilmington, a sud di Los Angeles, pronto a lavorare su navi di lusso. Ma le cose non vanno come pensava e deve trovare un altro lavoro. Finisce a lavorare come operaio per la California Packing Company, un conservificio di pesce, a fish cannery.

È un lavoro duro, che ha descritto nel libro La strada per Los Angeles. Lavora con il pesce tutto il giorno, con altri immigrati messicani e filippini. C’è poca regolamentazione e troppe ore.

Infatti, questo è un periodo in cui cambia spesso lavoro. Intanto, la madre Mary e i fratelli raggiungono John a Wilmington. John deve lavorare per mantenerli, to support them.

Nel frattempo, John scrive e scrive racconti, storie, e alcuni magazine californiani le pubblicano. Decide di scrivere a Mencken. Vi ricordate? Il critico letterario, autore e direttore del magazine American Mercury. Mencken e Fante si scrivono molte lettere. Fante invia a Mencken alcune delle storie che aveva scritto. Il critico aiuta John con consigli e indicazioni.

Mencken è affascinato dalle storie di John, dal mondo italo-americano che mischia, mette insieme, l’epica del mondo americano e il romanticismo, la commedia italiana. Questo Fante diventerà un grande scrittore.

Arrivano altre notizie: nel 1932 la famiglia è tornata unita, il padre si è riconciliato con la madre e la famiglia Fante si è trasferita a Roseville, a nord, vicino a Sacramento. Il padre è sempre nei guai, in trouble, senza lavoro, beve troppo.

In quello stesso anno, Mencken accetta un racconto di John, “Chierichetto”, “Altar boy”. La storia ha un buon successo e il potente editore, publisher, Alfred Knopf chiede a Mencken se questo Fante vuole scrivere un romanzo. Roseville è troppo piccola ormai. John si trasferisce a Los Angeles per provare a diventare un vero scrittore.

Arrivato a LA, prende una piccola stanza a Bunker Hill, a downtown. Non guadagna, non è pagato, abbastanza per le sue storie. Così, attraverso i contatti di Mencken, l’editore Knopf e la visibilità delle sue storie, inizia a scrivere per il cinema, per Hollywood. Inizia per la Metro-Goldwyn-Mayer, poi per la Warner Bros.

Nel 1933 inizia a scrivere La strada per Los Angeles. Nasce l’alter ego di Fante giovane, il personaggio leggendario di Arturo Bandini. La storia è semi-autobiografica, come tutte le storie di Fante. Nel libro il protagonista è un ragazzo italo-americano, scappato in California dal Colorado, che vive con la madre e la sorella religiosa. Arturo fa lavori durissimi come John prima. Non sa cosa fare nella vita, legge Nietzsche e Spengler. È egocentrico. È sbruffone, a boaster. Pensa di essere meglio degli altri e decide di diventare uno scrittore. Sogna ad occhi aperti, he daydreams.

John finisce il libro nel 1936, ma nessuno vuole pubblicarlo. Dicono che sia osceno. Impossibile da pubblicare. Rimarrà inedito fino al 1985, dopo la morte dell’autore.

Fante continua a scrivere storie brevi per riviste, magazine, e per il cinema. Spesso torna a Roseville a visitare la famiglia. Un giorno di gennaio 1937 è nella biblioteca di Roseville a leggere, quando la libraia chiede se è libero. Una ragazza le aveva chiesto, aveva chiesto alla libraia, se conosceva questo giovane autore, questo John Fante. Certo. La libraia lo vedeva ogni volta che tornava a Roseville.

Così John è invitato per un tè con questa ragazza e la madre. John arriva con vestiti vecchi, poco curato, trasandato, shabby. La ragazza ha un vestito elegante, ha i capelli biondi e gli occhi azzurri. Viene da una famiglia ricca e ha studiato letteratura al college. Si chiama Joyce Smart.

La madre di Joyce è sconvolta, horrified. Disgustata. Questo autore è così… così italiano. Dice alla figlia di stargli alla larga, to keep away from him. Ma Joyce è attratta da John e i due si sposano in segreto nel luglio del 1937.

Dopo il rifiuto, the rejection, del primo libro, John torna a scrivere e cambia totalmente il soggetto, la storia del nuovo romanzo. Vuole parlare di una famiglia italo-americana di Denver, la famiglia Bandini, con la madre super-religiosa e il padre che beve, gioca a poker, non lavora e lascia la famiglia per un’altra donna. Il protagonista è sempre Arturo Bandini, ma bambino. È Aspetta primavera, Bandini (Wait Until Spring, Bandini). Con l’aiuto di Mencken, Fante pubblica il suo primo libro nel 1938.

Il romanzo vende bene e le critiche sono positive. Così l’anno successivo, nel 1939, pubblica il suo capolavoro, Chiedi alla polvere (Ask the dust). È la storia di nuovo semi-autobiografica di Arturo Bandini, arrivato a Los Angeles per diventare un grande scrittore. Non ha mai soldi, si innamora di una cameriera messicana, Camilla Lopez, ma senza successo. Incontra personaggi strani e bizzarri.

Mi dispiace per il caffè, però qui bevono tutti birra. Soli pochi ordinano il caffè

Ci credo. La berrei anch’io se avessi i soldi

– Spero che questo sia più buoni. Ci vuoi il latte, vero?

– Non male. Certo, meglio di quello di ieri. Hai letto Il cagnolino rise? Il racconto scritto da me, Arturo Bandini.

– Te llamas Arturo? Arturo? Hablas español? Eres mexicano?

– Bandini è italiano. L’hai letto il racconto?

– Certo!

– Allora?

– È molto bello… Senti, vuoi una birra? Te la porto senza pagare.

– Perché ti è piaciuto?

Devo andare

I critici hanno recensioni, reviews, positive per Chiedi alla polvere. È l’inizio di una grande carriera. O forse no.

[19.28]

Parte 3 – Pausa, ritorno e fine

Il libro Chiedi alla polvere ha ottime recensioni, ma vende poche copie, meno di 3000. Com’è possibile? L’editore, the publisher, di Fante, la Stackpole, aveva in quel momento una causa legale, a legal dispute, per la pubblicazione non autorizzata del Mein Kampf. Dopo la causa la Stackpole era quasi fallita, non aveva più soldi per la promozione del libro di Fante.

Ma non c’è solo questo. Inizia la seconda guerra mondiale. Il padre Nick è arrestato e accusato di essere un fascista. John lavora per la propaganda di guerra come sceneggiatore. Poi ci sono i quattro figli di John. Poi c’è il cinema che offre tanti, tanti soldi. Non può rifiutare.

Torna a pubblicare un libro solo nel 1952. Il libro è Una vita piena (Full of life). In questo libro Fante non cambia nemmeno il nome del protagonista, che si chiama proprio John Fante. È la storia dello scrittore/sceneggiatore e di sua moglie. Dei problemi della famiglia, dei problemi economici e dell’attesa per il primo figlio.

Il libro è un successo. Fante vende i diritti per fare un film, lo scrive e esce al cinema nel 1956. Un altro successo. Ma anche questa volta, John non continua a scrivere. Ha fatto soldi, lavora per il cinema, ha una villa a Malibù, gioca a golf, poker e beve.

Viaggia molte volte in Italia, a Roma e Napoli, per lavorare a film, anche con il grande produttore Dino De Laurentiis. Torna al paese del padre in Abruzzo, a Torricella Peligna. Scrive molto, ma non pubblica mai.

Anche gli anni 60 non sono diversi. Scrive soggetti per film di successo. Ma sono anni di problemi in famiglia: i figli hanno matrimoni sbagliati, provano droghe ed altro ancora. Molti di questi problemi sono raccontati in Il mio cane stupido (My dog stupid), un libro che parla della distruzione della famiglia di Henry Molise (alter ego di Fante). Anche questo libro, scritto a fine anni sessanta non sarà pubblicato.

Tuttavia, questo racconto inizia il secondo ciclo di Fante. Non c’è più il giovane Arturo Bandini, ma l’uomo di mezza età Henry Molise.

Fante inizia a scrivere un nuovo romanzo. Vuole parlare delle avventure di suo padre Nick e degli amici del padre di Roseville. Inizia nel ’74 ed è pronto nel ’75. Il libro si chiama La confraternita dell’uva (The Brotherhood of the Grape). È il secondo capolavoro di Fante, dopo 37 anni da Chiedi alla polvere.

Prima di pubblicarlo, aveva parlato con il regista Francis Ford Coppola per fare un film, forse con Robert De Niro. Coppola era entusiasta, ma in quel momento aveva troppo lavoro per finire Apocalypse Now e aveva lasciato perdere. Niente film.

Coppola però pubblica il romanzo a episodi sul suo settimanale City Magazine e nel 1977 Fante pubblica il libro per una piccola casa editrice. Il libro ha un buon successo e viene ristampato.

Ma la svolta della carriera e del successo letterario di Fante avviene nel 1978. Lo scrittore Charles Bukowski parla di Fante nel suo libro Donne. Dice che Fante è il migliore scrittore che abbia mai letto. “Fante era il mio dio”.

La Black Sparrow Press, casa editrice di Bukowski, si interessa alle opere di Fante e, con il supporto di Bukowski, inizia a ripubblicare tutte le opere dell’autore italo-americano. Ormai i libri di Fante erano impossibili da trovare.

Nel 1979 ristampano Chiedi alla polvere, con l’introduzione di Bukowski, poi Aspetta primavera, Bandini, e poi gli altri.

Ma John non ha tempo per godersi il successo dei suoi libri. Dagli anni 50 aveva scoperto di avere il diabete, ma non aveva cambiato il suo stile di vita. E a fine anni settanta perde una gamba, poi un’altra. Poi perde la vista, è cieco, non può più vedere. Tuttavia, riesce a dettare, dictate, alla moglie Joyce, l’ultimo libro, Sogni di Bunker Hill, quando Arturo Bandini arriva finalmente a Hollywood e diventa finalmente uno scrittore.

Passando tra interminabili file di bancarelle che dispensavano piaceri da dieci centesimi agli avidi clienti, tra marinai e ragazze in costume da bagno, tra vecchi, giovani, attempati e infermi, Bandini, pur avendo pietà delle loro modeste aspirazioni, ammirava il loro coraggio.

Non per niente amava uomini e bestie dello stesso amore. E sapeva in cuor suo ciò che essi sapevano in cuor loro: che il loro posto al sole non era nulla più che un pugno di polvere.

Dopo tutto, siamo qui solo per poco. Poi saremo altrove. Svaniti come un sogno dimenticato.

Muore l’8 maggio 1983.

Dalla morte, la critica letteraria ha iniziato a riscoprire John Fante. La sua leggenda è arrivata anche in Italia, dove lo scrittore Elio Vittorini aveva già parlato di lui nel 1940. Ma poi tutti si erano dimenticati di lui. Molti luoghi e persone hanno omaggiato Fante e le sue opere sugli italiani di seconda e terza generazione in America.

Lo scrittore Sandro Veronesi, il cantautore Vinicio Capossela in Italia. Il film del 2006 su Chiedi alla polvere diretto da Robert Towne, un film prodotto da Coppola su Aspetta primavera, Bandini.

A Los Angeles l’8 aprile 2010, hanno nominato una piazza nella zona di Bunker Hill come John Fante Square. E a 11mila chilometri di distanza, in Italia, sugli Appennini, c’è un piccolo paese, Torricella Peligna, che ogni anno dal 2006 ha un festival dedicato a John Fante, Il dio di mio padre.

Grazie di tutto, John.


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Come sempre

Non è la cultura che fa le persone
Ma le persone che fanno la cultura
Quindi, facciamo cultura insieme


Alla prossima, ragazzi

Ciao!


Vocabulary

Terremoti: earthquakes
Sarto: taylor
Scontroso: hottempered
Sbronzo: drunk
Sparito: disappeared
Affitto: rent
Voto: grade
Nella media: average
Iscriversi: to enroll
Sconvolgere: shock
conservificio: cannery
mantenere: support (with money)
Nei guai: in trouble
Editore: publisher
Guadagnare: to earn
Sbruffone: boaster
Sognare ad occhi aperti: to daydream
Trasandato: shabby
Sconvolto: horrified
Stare alla larga: to keep away from
Rifiuto: rejection
Recensione: review
Causa legale: legal dispute
Sceneggiatore: screenwriter
Dettare: to dictate


Sources

Chiedi alla polvere (book)


La confraternita dell’uva (book)


Full of Life: A Biography of John Fante by Stephen Cooper


John Fante Festival | Il dio di mio padre


Chiedi alla polvere / Ask the dust (film)