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In this READING, we read a short story by Gianni Celati, a great narrator of the Po Valley, la Pianura Padana, who recently passed away.



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Alcuni giorni fa, è morto lo scrittore Gianni Celati, un grande narratore e un grande viaggiatore, che ha raccontato soprattutto la Pianura Padana. E allora oggi leggiamo un suo racconto, Come fa il mondo ad andare avanti.

Ciao ragazzi

E bentornati su Italian stories with Davide

Il podcast che vi parla in italiano di storie, lingua e cultura

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DISCLAIMER: l’audio dell’episodio potrebbe non essere buonissimo perchè sono bloccato in Italia in quarantena, per COVID, senza il mio microfono professionale. Spero che vada bene comunque…

Buon ascolto e sigla…


In un piccolo paese in provincia di Parma, non lontano dal Po, mi è stata raccontata la storia d’un vecchio tipografo che s’era ritirato dal lavoro perché voleva finalmente scrivere un memoriale, un’autobiografia, a cui pensava da tanto tempo. Il suo memoriale avrebbe dovuto trattare, parlare di questo argomento: come fa il mondo ad andare avanti.

Essendo in pensione, il vecchio tipografo andava in giro tutto il giorno, e andando in giro leggeva tutte le scritte, the writings, che vedeva. Infatti gli era sempre piaciuto molto leggere e aveva sempre pensato che, per capire come fa il mondo ad andare avanti, bisogna leggere molto.

Col tempo però s’è accorto, ha capito, di non poter più mettere gli occhi quasi da nessuna parte senza trovare delle parole stampate da leggere. Pubblicità, insegne, scritte nelle vetrine dei negozi, muri tappezzati, pieni, di manifesti, poster, facevano sì che lui, dopo una mezza giornata fuori casa, avesse già letto migliaia e migliaia di parole stampate. Così tornato a casa non aveva più voglia di leggere libri, né di scrivere, aveva solo voglia di guardare delle partite di calcio alla televisione.

Ha incominciato a pensare che non sarebbe mai riuscito a scrivere il suo memoriale, perché c’era troppa roba, troppo materiale, da leggere. Ma poichè andando in giro sul motorino vedeva sempre più parole stampate, sempre più manifesti e scritte pubblicitarie dappertutto, un giorno gli è sorto il desiderio, gli è venuta voglia, di sapere almeno cos’era successo: perché le parole da leggere in giro aumentavano sempre, erano sempre di più? Doveva essere successo qualcosa.

Andato a parlarne con un grande grossista di carni, meat wholesaler, che importava carne dalla Russia e che, andando spesso in Russia, forse poteva sapere cos’era successo. Il grossista gli ha detto soltanto che la gente crede di star meglio a mangiare sempre più carne, così lui doveva trovare tutta la carne che gli chiedevano e per quello doveva andare in Russia, dove però, che lui sapesse, non era successo niente.

Il tipografo è andato allora all’università di Parma. Qui trovava solo studenti che non ne sapevano niente, e professori che passavano la vita a parlare, e a forza di parlare, by continuing to speak, secondo lui erano diventati tutti pazzi. Ha capito che neanche lì potevano aiutarlo.

Al pomeriggio spesso portava in giro la sua nipotina sul portapacchi del motorino, the moped rack, ed esponeva a lei il suo problema. La nipotina l’ha consigliato di andare a parlare con il suo professore di scienze, che abitava fuori dal paese ed era anche un giovane inventore.

Il giovane inventore era uno con capelli lunghi fino alla schiena, che portava sempre un grembiule, an apron, da meccanico. Ha detto al tipografo che non ci aveva mai pensato prima a quel problema; e così i tre, il tipografo, la nipotina e l’inventore, hanno cominciato a pensarci.

Poiché secondo il tipografo bisognava sempre ripartire dal problema di come fa il mondo ad andare avanti, i tre sono ripartiti di lì. Ci pensano e discutono, giungendo, arrivando, a questa prima conclusione: che il mondo va avanti perché la gente ci pensa, cioè la gente ci pensa a mandarlo avanti.

Però, come fa la gente a pensarci? Cos’è pensare? Allora i tre ( in particolare la bambina che aveva una gran passione per gli studi scientifici) si comprano delle dispense scientifiche, scientific issues, nelle edicole, una enciclopedia a rate, paid by instalments , dei libri, e cominciano a studiare. Imparano che gli impulsi esterni e interni sono una corrente elettrica che viaggia lungo i nervi fino agli assoni, o fili che spuntano dalle cellule cerebrali, passando per punti detti sinapsi in cui debbono ( gli impulsi) fare un piccolo salto, che sarebbe poi una depolarizzazione come nelle batterie delle macchine, e così nel cervello non c’è altro che schemi elettrici sempre variabili.

Non so molto di questi loro studi, tranne le conclusioni fallimentari, senza successo, a cui sono arrivati, enunciate un giorno nel bar dal tipografo. Nel bar ha spiegato che nessuno può dire, e non c’è dispensa o enciclopedia che lo spieghi, in che modo uno riesce a ricordarsi, può ricordare, un piatto di minestra, soup, che ha mangiato il mese prima, dato che non c’è più traccia, mark, elettrica di quella minestra nel suo cervello.

I tre si dedicano allora ad esperimenti pratici con un encefalografo comprato dall’inventore in un’asta giudiziaria, a foreclosure sale. Studiano i diversi tipi di onde cerebrali, secondo se uno dorme, è sveglio, ha sonno o è arrabbiato. Poi passano a far esperimenti con una pianta in un vaso.

Attaccano alle foglie della pianta due elettrodi collegati con l’encefalografo, e vedono che la pianta reagisce in modi diversi quando qualcuno le va davanti. Le onde che si possono leggere sullo schermo dell’encefalografo, cambiano il loro tracciato secondo quello che fa o pensa la persona che sta davanti alla pianta.

Un giorno ad esempio il giovane inventore ha dato uno schiaffo, a slap,  alla bambina, e il tracciato delle onde sullo schermo è diventato tutto a picchi, come se la pianta si offendesse. Un’altra volta ha detto molte parole lusinghiere, gratificanti, nell’orecchio del bidello, the janitor, della sua scuola, posto davanti alla pianta; e sullo schermo sono apparse onde distese, rilassate, non seghettate, come le onde del cervello d’uno che dorme.

Questi risultati spingono i tre a cercar di capire cosa pensa la gente, per mezzo d’una pianta e dell’encefalografo. Cominciano col chiedersi: cosa pensano ad esempio i ricchi?

Si fanno prestare un furgoncino, a little van, e di notte vanno ad appostarsi davanti alle ville dei ricchi nei dintorni del paese. Mentre la bambina e il tipografo sorvegliano la strada, il giovane inventore scavalca, supera, il muretto e mette gli elettrodi sui rami d’un albero particolarmente vicino a una finestra della villa. Poi trascrivono i tipi di onde che si vedono sullo schermo dell’encefalografo nel furgoncino.

In quelle villette ci sono sempre alberi davanti alle facciate, con rami che arrivano vicino a una finestra. Piazzando gli elettrodi su un ramo adatto, i tre sperano di capire, attraverso le reazioni dell’albero, cos’ha in testa la gente sempre chiusa nelle villette a guardar la televisione.

Ancora viva, già morta, o solo addormentata? Pensa, non ci pensa, o solo sogna che qualcosa succede?

Continuano a fare queste spedizioni per gran parte di un’estate, accumulando moltissimi diagrammi. Li confrontano tra di loro, li confrontano con altri diagrammi riportati sui libri, e alla fine capiscono di non capir niente di quello che succede.

Allora hanno l’idea di scrivere una lettera al sindaco, to the mayor, per illustrare tutti i loro fallimenti. Il sindaco passa la lettera all’assessore alla cultura, il quale organizza una conferenza pubblica sull’argomento che appassiona i tre: come fa il mondo ad andare avanti?

Viene chiamato a parlare un conferenziere che va in giro a far conferenze su tutto, sempre facendo riferimento, parlando, della sua infanzia, his childhood, e dei suoi ricordi. Questo conferenziere in meno di un’ora risolve il problema, risponde alle obiezioni del tipografo, della bambina e dell’inventore, e conclude la conferenza. Il pubblico applaude contentissimo di sentire che là fuori c’è un mondo così facile da spiegare che uno se la può cavare, one can hack it, in mezz’ora.

Poi tutti, appena escono dalla sala e si ritrovano in strada, dimenticano immediatamente quello che hanno sentito, il conferenziere dimentica quello che ha detto, e il giorno dopo nessuno ricorda neanche più il titolo della conferenza. Nel piccolo paese tutto continua ad andare avanti come prima, a parte il fatto che ci sono sempre più parole sui muri, sempre più insegne, sempre più scritte pubblicitarie dovunque il tipografo giri gli occhi.


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Spero di tornare presto a fare puntate come sempre,

per ora, vi auguro buon inizio dell’anno

e come sempre

Non è la cultura che fa le persone
Ma le persone che fanno la cultura
Quindi, facciamo cultura insieme


Ci vediamo presto, ragazzi

Ciao!


Vocabulary

Memoriale: memoir
Scritta: writing
Accorgersi: to realize
Tappezzato: full-covered
Manifesto: poster
Roba: things, stuff
Grossista: wholesaler
A forza di: by continuing to do sth
Portapacchi: rack (moped)
Grembiule: apron
Dispensa: lecture notes, booklet, issue
A rate: paid by instalments
Minestra: soup
Traccia: mark, trace
Asta giudiziaria: foreclosure sale
Schiaffo: slap
Bidello: janitor
Furgoncino: little van
Sindaco: mayor
Infanzia: childhood
Cavarsela: get by, hack it

Sources


Gianni Celati – Narratori delle pianure (book)

https://www.goodreads.com/book/show/1050646.Voices_from_the_Plains